Il reddito di cittadinanza, così come è pensato, può portare a un boom di finti divorzi e abusi. L’Ocse lancia l’allarme, spiega perché e dà tre soluzioni per migliorare la misura.
Pur di avere il reddito di cittadinanza ci potrebbe essere un boom di finti divorzi.
L’allarme lo lancia l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) che ha analizzato la situazione italiana riportando anche l’esempio della Grecia che qualche anno fa aveva adottato una misura simile riscontrando un aumento degli abusi.
Di abusi per ottenere il reddito di cittadinanza in Italia ne sono piene le pagine di cronaca e non a caso sono scattati i controlli della Guardia di Finanza per scovare i furbetti del beneficio. Come dimenticare il beneficiario con albergo?
L’Ocse teme un incremento dei trucchetti per ottenere il reddito di cittadinanza, tra questi i finti divorzi che potrebbero generare un vero e proprio boom. Vediamo perché e qual è la ricetta dell’Organizzazione per limitare gli illeciti.
Reddito di cittadinanza e finti divorzi. La misura favorisce i nuclei monoparentali
Il reddito di cittadinanza può essere strettamente legato ai finti divorzi perché la misura così come è concepita favorisce i nuclei monoparentali.
L’allarme arriva dall’Ocse che non è la prima volta che si pronuncia in merito alle misure attuate in Italia nell’ultimo anno: ricordiamo per esempio un recente rapporto su Quota 100, la misura per la pensione anticipata del governo Conte I.
Secondo un report dell’Organizzazione dello scorso novembre, il reddito di cittadinanza, proprio per gli abusi che potrebbe generare come i finti divorzi, andrebbe rivista.
D’altronde l’esistenza dei furbetti del reddito di cittadinanza, non è una novità; all’entrata in vigore della misura e con le prime domande inoltrate per ottenere il sussidio quasi un anno fa, i Caf del territorio nazionale, e successivamente la Guardia di Finanza, avevano notato anomalie denunciando proprio finti divorzi e cambi improvvisi di residenza.
L’Ocse pertanto chiarisce i punti che andrebbero modificati e alcuni accorgimenti da seguire per migliorare il reddito di cittadinanza.
Così come è pensato, avverte l’Organizzazione, il reddito di cittadinanza favorisce i nuclei monoparentali e non avvantaggerebbe le famiglie numerose che però sono spesso quelle più bisognose di aiuto.
Il problema starebbe nella scala di equivalenza (con la quale si calcola il reddito di cittadinanza), limitata a 2.1, non agevola i nuclei particolarmente numerosi.
Sempre l’Ocse punta il dito contro le aliquote fiscali per il secondo lavoratore del nucleo familiare. Nel report si legge infatti che:
«Le attuali norme fiscali e previdenziali generano un livello elevato di aliquote fiscali effettive per il secondo lavoratore nel nucleo familiare che guadagna meno. Questo scoraggia ulteriormente i disoccupati e inattivi a cercare lavoro».
Il reddito di cittadinanza non solo andrebbe a favorire, così come è pensato, gli illeciti come in falsi divorzi, ma disincentiverebbe la ricerca del lavoro da parte dei componenti del nucleo familiare.
In ultimo, l’Organizzazione fa l’esempio della Grecia che nel 2017 aveva adottato una misura molto simile al reddito di cittadinanza italiano. Lì l’aumento dei nuclei monoparentali era risultato 10 volte superiore all’intera popolazione.
Il limite massimo reddituale portato a 6mila euro per ottenere il reddito di cittadinanza porterebbe chi ne vuole beneficiare a non cercare un lavoro che faccia accrescere la retribuzione.
Ma l’Ocse fornisce anche tre soluzioni per poter contrastare abusi e finti divorzi. Vediamo quali sono.
Finti divorzi e reddito di cittadinanza: come migliorare la misura
Il problema dei finti divorzi e degli abusi per ottenere il reddito di cittadinanza segnalati dall’Ocse, portano la stessa Organizzazione a dare delle indicazioni su come migliorare la misura.
Pur riconoscendo i progressi e gli sforzi fatti dall’Italia per contrastare la povertà, chiarisce che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere a favore delle famiglie più numerose. Oggi la misura finisce per aumentare la differenza tra Nord e Sud Italia.
L’aumento del reddito di cittadinanza alle famiglie del Sud, secondo l’Ocse, pur portando benefici nel breve termine non va a migliorare la situazione nel lungo periodo con il rischio che il gap con la parte settentrionale della Penisola aumenti ulteriormente.
Così per rendere più efficace il reddito di cittadinanza l’Ocse dà quelli che potremmo definire tre consigli:
- migliorare la capacità dei Centri per l’Impiego;
- rivedere la misura prevedendo un’integrazione con incentivi per i lavori a basso salario;
- affiancare al reddito di cittadinanza un sistema di imposta sul reddito semplificato e progressivo che nel lungo termine può incentivare l’occupazione.
Tutto questo, specie l’ultima soluzione per migliorare il reddito di cittadinanza e far venire meno abusi e finti divorzi, può avere un costo, ma nel lungo termine potrà portare a sanare la situazione delle regioni più povere e ad avere entrate pubbliche aggiuntive.
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