Reddito di cittadinanza: tutte le ultime novità spiegate

Simone Micocci

11 Gennaio 2022 - 12:11

Reddito di cittadinanza: diverse le novità entrate in vigore dal 1° gennaio 2022. Ecco una guida con tutti i chiarimenti.

Reddito di cittadinanza: tutte le ultime novità spiegate

La Legge di Bilancio 2022 ha modificato diversi aspetti del reddito di cittadinanza. L’intenzione del Governo è quella di risolvere alcuni problemi riscontrati negli ultimi due anni e mezzo, e per farlo ha messo in atto delle novità che tuttavia difficilmente raggiungeranno lo scopo prefissato.

Non c’è stata, infatti, la tanto invocata riforma del reddito di cittadinanza, visto che le novità introdotte spostano di poco il funzionamento della misura. Chi prende il reddito di cittadinanza deve comunque essere aggiornato sulle novità visto che da queste potrebbe anche dipendere la prosecuzione dei pagamenti in quanto con la Legge di Bilancio 2022 sono cambiati obblighi e sanzioni. Perdere il diritto al reddito di cittadinanza diventa più semplice, mentre nel contempo si complica l’accesso alla misura con una vera e propria stretta anti furbetti.

Anche se la portata non è quella che si sperava, le novità introdotte dalla Manovra sono diverse e potrebbero risultare difficili da comprendere per chi non ha dimestichezza con il diritto. Per questo motivo abbiamo deciso di riassumere e spiegare i singoli cambiamenti che si applicano alla normativa del reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2022; una guida utile per coloro che non vogliono commettere errori che potrebbero costare cari ai fini della prosecuzione della prestazione.

Reddito di cittadinanza: tutte le novità introdotte dal 1° gennaio 2022

Scorrendo il testo della Legge di Bilancio 2022 si trovano diverse novità per il reddito di cittadinanza. Ci sono cambiamenti di vario genere, alcuni dei quali riguardano da vicino i beneficiari. Ecco un elenco delle modifiche e i chiarimenti necessari per comprenderle al meglio.

Controlli dei patrimoni

La prima novità riguarda un potenziamento dei controlli riferiti ai patrimoni. Nel dettaglio, in particolare per i beni detenuti all’estero, l’INPS dovrà provvedere annualmente - e comunque entro il 31 marzo - a definire un piano di verifica dei requisiti patrimoniali dichiarati nella DSU ai fini ISEE.

A tale piano di verifica lavoreranno anche il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e l’Agenzia delle Entrate.

Comunicazione di avvio di un’attività lavorativa

Attenzione a questa novità perché potrebbe portare anche alla perdita del reddito di cittadinanza. Nel dettaglio, fino al 31 dicembre 2021 chi avviava una qualsiasi attività lavorativa aveva tempo 30 giorni per darne comunicazione all’INPS; dal 1° gennaio 2022 i tempi si riducono, in quanto la comunicazione va effettuata - sempre utilizzando il modulo SR181 e sempre indicando il reddito presunto - entro il giorno antecedente all’inizio dell’attività.

La domanda RdC equivale al rilascio della DID

Fino allo scorso anno la normativa stabiliva che dall’accettazione della domanda del RdC i beneficiari avevano tempo 15 giorni per rilasciare la dichiarazione d’immediata disponibilità presso il centro per l’impiego.

Dal 1° gennaio 2022 cambiano le tempistiche, visto che nella Legge di Bilancio si legge che “la domanda di Rdc resa dall’interessato all’INPS per sé e per tutti i componenti maggiorenni del nucleo tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del RdC equivale essa stessa a dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID)” e come tale è trasmessa dall’INPS all’ANPAL ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. A tal proposito, non saranno prese in esame domande RdC che non contengono DID.

Verifica mensile

La Legge di Bilancio 2022 stabilisce anche che almeno ogni mese il centro per l’impiego dovrà verificare che i beneficiari stiano rispettando gli obblighi previsti dal Patto per il Lavoro, in particolare per quanto riguarda la ricerca attiva del lavoro. Per chi non si presenta all’appuntamento scatta la decadenza immediata del reddito di cittadinanza.

Anche per il Patto d’inclusione è richiesta una presenza almeno mensile presso i servizi di contrasto alla povertà.

Dopo quante offerte di lavoro si perde il reddito di cittadinanza

Fino allo scorso anno il reddito di cittadinanza si perdeva al rifiuto della terza offerta di lavoro congrua, ma solo per coloro che si trovavano nei primi 18 mesi di fruizione del beneficio. In caso di rinnovo, infatti, non vi è la possibilità di rifiutare neppure un’offerta di lavoro.

La novità che entra in vigore dal 1° gennaio 2022 riguarda esclusivamente il primo periodo di fruizione, visto che il legislatore ha ridotto le offerte rifiutabili a una sola. Quindi, già al secondo rifiuto dell’offerta congrua si perde il diritto al reddito di cittadinanza.

Cambia l’offerta congrua

Novità anche per quando l’offerta può essere definita congrua. Nel dettaglio, nei primi dodici mesi di fruizione sono congrue:

  • prima offerta se il posto di lavoro è entro gli 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario, o comunque raggiungibile in massimo 100 minuti;
  • seconda offerta ovunque collocata nel territorio italiano.

Dopo i 12 mesi, invece, in caso di rapporto di lavoro a tempo determinato o a tempo parziale, l’offerta è congrua quando il luogo di lavoro non dista più di ottanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o è comunque è raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, in caso sia di prima sia di seconda offerta.

Progetti utili alla collettività

Regole ferree per i Comuni che devono organizzare i progetti utili alla collettività che vedono coinvolti i beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Le amministrazioni comunali, che fino allo scorso anno non dovevano rispettare chissà che linee guida, avranno l’obbligo d’ora in avanti d’impiegare almeno un terzo dei percettori di RdC residenti nei cosiddetti PUC. Si ricorda che lo svolgimento di tali attività è a titolo gratuito e non è assimilabile a una prestazione di lavoro subordinato o parasubordinato e in ogni caso non comporta l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego.

Tempistiche per l’esito della domanda

I controlli, come anticipato, vengono potenziati. Tant’è che all’INPS viene dato più tempo per la valutazione dei requisiti, stabilendo che la fase istruttoria deve essere completata entro la fine del mese successivo alla trasmissione della domanda all’istituto. Per l’erogazione della prima mensilità di reddito di cittadinanza, quindi, potrebbe volerci più tempo.

Anche perché “i dati anagrafici, di residenza, di soggiorno e di cittadinanza dichiarati in modo analitico nella domanda sono preventivamente e tempestivamente verificati dall’INPS sulla base delle informazioni presenti nelle banche dati a disposizione dell’Istituto”. Nel frattempo anche i Comuni potranno effettuare verifiche sostanziali e controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso al Rdc.

Taglio di 5 euro

Viene deciso poi che dal 1° gennaio 2022 per coloro che rifiutano anche solo un’offerta di lavoro scatta una decurtazione del reddito di cittadinanza di 5,00 euro ogni mese. Tale riduzione non opera per i nuclei familiari composti esclusivamente da persone non occupabili, o comunque nel caso sia presente almeno un soggetto minore di età inferiore ai tre anni, oppure una persona con grave disabilità.

Non si può comunque scendere sotto i 300,00€, limite che per le famiglie più numerose va moltiplicato per il relativo parametro di scala di equivalenza.

Tale riduzione si sospende dal mese successivo a quello in cui almeno un componente del nucleo familiare abbia avviato attività da lavoro dipendente o autonomo.

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