Reddito di cittadinanza: vivo solo con ISEE zero. Perché il sussidio che prendo non è pari all’importo massimo previsto di 780 euro? Cerchiamo di rispondere a questa domanda per alcuni lettori che potrebbero essersi trovati in questa situazione.
Reddito di cittadinanza: vivo solo e il mio ISEE è pari a zero allora perché non prendo 780 euro?
Una domanda che potrebbe sorgere in chi si trova in questa situazione specie dopo l’aggiornamento dell’ISEE nel mese di gennaio.
Qualche beneficiario è arrivato in ritardo presentando la nuova DSU nel mese corrente e vedendosi pertanto sospeso il pagamento di febbraio.
Molti si sono chiesti se aumentando l’ISEE rispetto al 2019 sarebbe diminuito anche il reddito di cittadinanza; altri si sono trovati magari con un importo diverso da quello che si aspettavano.
Potrebbe essere per esempio il caso di un single con ISEE pari a zero e in affitto che si ritrova solo con 500 euro o di una famiglia. Come è possibile? C’è un errore dell’INPS o del beneficiario del reddito di cittadinanza stesso? Facciamo chiarezza distinguendo i casi che possono verificarsi.
Reddito di cittadinanza con ISEE zero e affitto: perché non prendo 780 euro
Cerchiamo di fare chiarezza sul perché un beneficiario del reddito di cittadinanza che ha un ISEE pari a zero e che paga un affitto arrivi a percepire meno di 780 euro.
Partiamo ricordando quali sono gli elementi che compongono il reddito di cittadinanza, laddove la somma massima di 780 euro si compone di due parti: 500 euro e 280 euro per l’affitto (150 euro in caso di mutuo).
Quindi le due componenti del reddito di cittadinanza sono: integrazione al reddito fino a un massimo di 6.000 euro annui e un beneficio economico per l’affitto fino a 3.600 euro annui per l’affitto e fino a 1.800 euro in caso di mutuo.
Prendiamo il caso di un single con ISEE pari a zero e affitto che si vede corrisposti solo 500 euro, quindi non 780 euro come dovrebbe accadere per legge in questi casi.
In questo caso sono due le possibilità: un errore dell’INPS o un errore del beneficiario del reddito di cittadinanza. Ricordiamo che l’importo del reddito di cittadinanza che viene percepito varia in base all’ISEE del singolo o nucleo familiare.
Un errore dell’INPS può accadere, ma è difficile. In quel caso basta recarsi presso uno sportello dell’Istituto territorialmente competente e chiedere eventuali delucidazioni.
Un errore del beneficiario è assai probabile nel momento in cui non si menziona, per esempio, in fase di presentazione della domanda il contratto di affitto. Solo questo può dare diritto ai 280 euro previsti come beneficio per il canone di locazione e arrivare così alla somma totale dei 780 euro.
Vediamo come si può incorrere nell’errore spiegando cosa deve essere fatto per evitarlo.
Reddito di cittadinanza: l’errore da evitare per prendere 780 euro
Per ottenere la somma totale di 780 euro di reddito di cittadinanza in caso di ISEE a zero è necessario non fare errori per quanto riguarda la parte che concerne il contributo per l’affitto.
Nel modello per la domanda del reddito di cittadinanza si fa riferimento alle rate del mutuo o contratto di acquisto di una casa (va indicata la cifra o le rate residue), ma non si fa riferimento al contratto di locazione.
Nell’ISEE si potrà andare a inserire il canone di locazione e l’INPS nel verificare lo stato reddituale e patrimoniale del beneficiario o aspirante tale dovrà decidere di corrispondere la somma di 280 euro.
Ovviamente perché ciò accada il contratto deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate e che l’intestatario del contratto di affitto coincida con chi fa la richiesta del reddito di cittadinanza o che comunque fa parte dello stato di famiglia.
Ovviamente questa è un’indicazione di massima che forniamo. Qualora si verifichino incongruenze, errori o dubbi è bene recarsi presso un ufficio INPS.
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