Proposto un referendum sulla cannabis. È stata avviata una raccolta firme per depositare il quesito e votarlo in primavera.
Al via la raccolta firme per il referendum sulla cannabis. Dopo l’approvazione della Camera al testo base del ddl Perantoni è stata promossa una campagna per il referendum sulla depenalizzazione dell’uso di canapa.
Sarebbe questa l’ultima mossa compiuta dai sostenitori della legalizzazione della cannabis. Infatti, il testo base del ddl dovrà prima passare l’esame degli emendamenti in Commissione e non essendoci una maggioranza solida si rischia che il disegno di legge muoia.
Da qui nasce l’idea del referendum. L’obiettivo dei promotori è di raccogliere 500mila firme entro il 30 settembre in modo che il quesito, già depositato, possa essere votato in primavera dai cittadini.
L’idea della raccolta firme per referendum sulla cannabis
L’idea di presentare un referendum è stata incoraggiata da un altro successo: quello del referendum sull’eutanasia legale. Questo avrebbe incoraggiato i promotori della legalizzazione della cannabis a intraprendere una nuova strada.
Così un gruppo formato da esperti, giuristi e militanti, coordinati dalle associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone e Società della Ragione con il sostegno di +Europa, Possibile, Radicali italiani, Sinistra italiana, Rifondazione comunista e Potere al Popolo, hanno già deposto il quesito referendario.
I tempi sono maturi per proporre la strada antiproibizionista.
Queste le parole di Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani, trovandosi d’accordo con Riccardo Magi di +Eropa che ha parlato di un meccanismo di “stigmatizzazione” rispetto ai consumatori di sostanze stupefacenti.
Chi è contrario al ddl sulla cannabis è convinto che in questo si avallerà l’uso di sostanze stupefacenti. Per Magi, come per gli altri sostenitori, non è esattamente così. In Italia sono circa 6 milioni le persone che consumano cannabis, tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato che, impossibilitati a ricevere la terapia adeguata, si trovano davanti a un bivio che conduce comunque sulla strada dell’illegalità.
- 1. Finanziare il mercato illegale. La prima strada porta il consumatore ad acquistare dal mercato nero delle mafie. Su 16,2 miliardi di euro del traffico di stupefacenti circa 6,3 miliardi di euro (39%) derivano dal mercato nero dei cannabinoidi.
- 2. Coltivare cannabis. Questa seconda decisione non è priva di rischi in quanto per la legge queste persone rischiano fino a 6 anni di carcere.
Referendum Cannabis: il quesito depositato
Il primo passo da compiere adesso è quello di raggiungere 500 mila firme entro il 30 settembre. La legge, infatti, prevede che le firme a sostegno dei quesiti referendari siano raccolte solo nei primi nove mesi dell’anno.
Il referendum, che chiederà di apportare modifiche al “Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope” (di cui al d.P.R. 309/1990), è stato formulato con il duplice obiettivo d’intervenire sia sul piano penale sia su quello amministrativo.
Il quesito referendario deposto è questo:
Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente a oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza", limitatamente alle seguenti parti:
- Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;
- Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;
- Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;” ?
Il testo propone quindi di depenalizzare la coltivazione di qualsiasi sostanza, mantenendo le condotte di detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze per uso personale.
Il referendum interverrebbe sull’art. 73 comma 1, eliminando la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito, trattato nell’art. 74, intervenendo così sull’art. 73 comma 4.
Sul piano amministrativo, invece, il referendum interverrebbe sull’art.75 al comma 1, proponendo di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato d’idoneità alla guida di ciclomotori attualmente destinata a tutte “le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa”.
Intanto la raccolta firme ha riscosso subito un enorme successo e nelle prime 5 ore sono state raccolte più di 50mila firme.
Referendum cannabis: dove e come votare
Per poter depositare la propria firma a favore della campagna per il referendum della cannabis basterà andare al sito indicato per la domanda.
Per poter firmare servirà quindi lo Spid o altri strumenti di firma digitale; una possibilità unica per praticare la democrazia diretta per via telematica.
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