La Cannabis, anche chiamata canapa, fa parte del genere piante angiosperme; attualmente l’unica specie che viene riconosciuta è la Cannabis sativa. La sua zona di origine sembra essere l’Asia minore (in hindi la pianta viene chiamata ganja) e successivamente all’arrivo di Colombo in America sembra che la pianta sia giunta in questa zona.
La pianta ha attualmente differenti usi e viene utilizzata come materia prima per il settore tessile e la creazione di carta. A destare tanto interesse per la Cannabis non sono per questi usi, ma quello medico e ricreativo.
La Cannabis è infatti utilizzata per la produzione di medicinali che alleviano e curano differenti problematiche, che vanno dalla nausea e la cefalea, fino all’anoressia e la depressione.
Prima che la pianta fosse messa al bando e venissero sviluppate delle politiche protezionistiche verso di essa, la Cannabis era una delle piante medicinali più potenti e utilizzate.
Importanti al riguardo furono gli studi del professor Lester Grinspoon, psichiatra e professore emerito di Harvard.
Il professore è stato uno dei più importanti personaggi che hanno messo in luce come la Cannabis dovesse avere delle leggi più elastiche per il suo consumo, dal momento che era utile per molti usi terapeutici.
Le controindicazioni dell’uso di questa piante sono inoltre di gran lunga meno invasive di quelle di molti medicinali.
Le sperimentazioni successive hanno mostrato come questa sostanza sia di aiuto per i dolori tumorali, della sclerosi multipla e per i dolori neuropatici. I malati consumano la canapa in differenti modi, anche attraverso l’assunzione di tisane ed estratti, e non vi sono interferenze con i medicinali che i pazienti assumono o le terapie a cui si sottopongono.
In Italia il consumo di Cannabis è attualmente illegale e in più occasioni si è cercato (e si cerca ancora oggi) di permettere la liberalizzazione delle droghe leggere.