L’analisi condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri sulle acque reflue ha permesso di disegnare un quadro completo sull’uso degli stupefacenti in Italia.
In che modo si possono fare analisi statistiche sull’uso di sostanze stupefacenti in Italia? Analizzando le acque reflue e le tracce di scarti umani presenti nelle fogne. Come fa l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che ha pubblicato la mappa sull’uso delle sostanze stupefacenti in Italia nel biennio 2022-2023. Un progetto ideato nel 2005 che ha riscosso un grande interesse internazionale sia a livello scientifico sia da parte degli addetti ai lavori. Gli ultimi risultati sono stati pubblicati nella Relazione Annuale del Dipartimento per le Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio, basato sull’analisi delle acque reflue di 33 città ubicate in 20 regioni, in particolare i grossi capoluoghi.
Da novembre 2020 ad aprile 2022 sono stati condotti 4 prelevamenti per analizzare i residui metabolici delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue. L’analisi si è concentrata sulle principali sostanze psicoattive come cannabis, cocaina ma anche droghe moderne e sintetiche sempre più in voga. Ecco in che modo la popolazione italiana fa uso di droghe e quali sono le zone maggiormente interessate da fenomeno.
Quali sono le droghe più usate in Italia e dove
I campioni prelevati sono stati analizzati alla ricerca dei residui metabolici delle principali sostanze stupefacenti che si usano in Italia. Nel complesso l’analisi dell’ultimo biennio ha accertato che la cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia. La più utilizzata è invece la cannabis ma è in crescita anche l’uso della ketamina.
I consumi appaiono in generale in crescita sia nella fascia 18-64 anni sia in quella 15-19 anni. Preoccupa l’incremento della fascia giovanile soprattutto per il consumo di cannabinoidi sintetici.
Partendo dalla cannabis, sono stati riscontrati consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste. Al contrario il minor uso è a Belluno con circa 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti.
Per la cocaina le dosi maggiori quantificabili in 20 ogni 1.000 abitanti sono state rilevate a Pescara, Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna e Merano. I più bassi a Belluno e Palermo, tra 1 e 4 dosi al giorno per 1.000 abitanti.
L’ecstasy, droga sintetica derivata dalle anfetamine nota anche come Mdma, ha ottenuto un balzo nel consumo nell’autunno del 2021, questo probabilmente in concomitanza con la riapertura delle discoteche dopo lo stop per la pandemia Covid.
Quanto alla ketamina, anestetico che agisce sul sistema nervoso centrale come un potente psichedelico, il consumo è in crescita in città come Bologna e Firenze. Rispetto alla precedente analisi, la città emiliana è passata da 12 a 22 mg al giorno, Firenze da 8 a 18 mg. Nel complesso in base alle città analizzate con una media di 5 mg al giorno per 1.000 abitanti, l’uso della ketamina è superiore alla media a Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia.
Non preoccupa invece al momento il fentanil, farmaco oppiaceo derivato dalla morfina, molto usato soprattutto negli Stati Uniti. L’analisi ha evidenziato come nel nostro paese l’uso di questa sostanza particolarmente pericolosa avviene ancora in misura ridotta e occasionale.
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