Approvato in Commissione Giustizia il testo base del ddl Perantoni che legalizza la coltivazione di quattro piantine di cannabis a uso personale con alcuni limiti.
Si potrà coltivare la cannabis, ma solo per uso personale. A stabilirlo è la commissione Giustizia della Camera che oggi ha adottato il testo base del disegno di legge Perantoni, depenalizzando la coltivazione di massimo quattro piantine.
Dopo oltre un anno, tra nuove proposte e audizioni, il testo base del ddl è stato approvato. La maggioranza di Governo si è completamente spaccata. Il testo base adottato in commissione mira a modificare il “testo unico in materia di stupefacenti” (d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309), introducendo modifiche interessanti, depotenziando alcune pene e inasprendone delle altre.
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Ddl Perantoni: si potranno coltivare fino a 4 piantine di cannabis
Il testo base del ddl sulla cannabis è frutto della mediazione tra le diverse posizioni interne alla maggioranza e depenalizza la coltivazione di massimo quattro piante di cannabis.
A dare la notizia è il deputato 5 stelle Mario Perantoni relatore del Ddl:
La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile, oltre che per combattere lo spaccio e il conseguente sottobosco criminale.
Secondo Perantoni, la legge avrà quindi un duplice obiettivo: quello di aiutare chi soffre di qualche malattia e ha bisogno di assumere la cannabis, e soprattutto di combattere la criminalità organizzata che trae beneficio da leggi proibizionistiche, alimentando il mercato nero e lo spaccio.
Chi è d’accordo con lui è il deputato M5S Aldo Penna, il quale ha definito l’approvazione del ddl come una “porta che finalmente si spalanca sul cieco proibizionismo”. Effettivamente, in questo modo il governo non solo potrebbe sottrarre alla mafia una fetta del mercato dello spaccio, ma contribuirebbe a non “inondare” i tribunali, snellendo i processi, e a non rendere i penitenziari affollati per accuse e condanne per “produzione e possesso di piccole quantità”.
In molti però non erano d’accordo e in commissione Giustizia al momento della votazione la maggioranza si è spaccata.
I voti a favore sono stati quelli di PD, M5S, LeU, +Europa e del liberale di FI Elio Vito. I voti contrari all’adozione del testo sono stati quelli del Centrodestra quindi Lega, FI e Coraggio Italia.
Chi si è invece astenuto è il partito di Renzi, Italia Viva.
Ddl sulla cannabis cosa prevede: limiti e sanzioni
Il testo presentato oggi alla commissione sulla cannabis è la sintesi di ben tre proposte di legge depositate rispettivamente a partire dal 2019 da +Europa, M5S e Lega.
Diverse sono le novità: quella più importante riguarda la non punibilità della coltivazione di piccole quantità arrivando a concedere la coltivazione fino a 4 piattine «femmina» della cannabis. Chi le coltiva dovrà possedere un’autorizzazione.
Come si legge nel testo base, le pene per chi cede, procura e commercia sostanze stupefacenti saranno diverse in base alla sostanza commercializzata.
- Se le attività illecite riguardano le sostanze o le preparazioni di sostanze come la cannabis, è prevista la reclusione dai 3 a 12 anni e la multa da euro 20.000 a 250.000 euro.
- Se le attività coinvolgono sostanze stupefacenti ritenute più pesanti è prevista una reclusione da 8 a 20 anni e una multa da 30.000 a 300.000 euro.
Il provvedimento ha potenziato, invece, le pene in caso di associazione a delinquere e spaccio nei confronti di minorenni, che non potranno ricevere autorizzazioni a coltivazioni delle piantine di cannabis in casa.
Sono depotenziati invece i “fatti di lieve entità”, proprio grazie alla distinzione tra le varie tipologie di stupefacenti.
Il testo introduce anche delle novità per quanto riguarda la pena e la riabilitazione di chi commette il reato. Infatti, se a commettere il reato di produzione o spaccio è un tossicodipendente, il testo dà la possibilità di sostituire la pena del carcere con lavori socialmente utili, prevedendo una reintegrazione del soggetto.
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