Sulla scia del trend referendario arriva la proposta dei no green pass: tutto sull’iniziativa popolare che vorrebbe abolire l’obbligatorietà del documento
Un referendum per abolire il green pass. Anche questa iniziativa popolare sembra prendere corpo e si parte con la raccolta firme.
Il ritardo è evidente ma contestualizzato. Il termine ultimo per presentare gli esiti di una proposta referendaria sta per giungere al termine stando alle norme in vigore nel nostro paese, ma il decreto che entrerà in vigore il 15 ottobre è stato varato da poco e la risposta agguerrita dei manifestanti è proprio questa.
Sulla scelta di avviare proprio questa procedura, e in questa modalità ibrida tra presenza e firma digitale, sembra esserci invece la tendenza a seguire la scia o meglio il trend dell’anno di proporre referendum lanciati sui social. In questi mesi - e soprattutto in queste ultime settimane - ben quattro referendum di spicco si erano fatti sentire; quello sull’eutanasia legale, sulla cannabis, sulla giustizia e sulla caccia.
I primi due, con grande clamore dei media, hanno già superato ampiamente il numero di firme richiesto mentre questa nuova proposta contro il pass muove ora i primissimi passi sulla scena mediatica. La popolarità di questo sistema di democrazia diretta nell’ultimo anno è quindi innegabile; che non sia la fortuna anche di questa sollevazione popolare?
Referendum no green pass: i motivi del no
I quesiti referendari presentati sono quattro e sono esplicati dai promotori stessi sul sito del referendum.
- Quesito 1
“Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 22 aprile 2021, n. 52 (Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19) convertito con modificazioni dalla L. 17 giugno 2021, n. 87, limitatamente all’art. 9 (Certificazioni verdi COVID-19) e successive modifiche ed integrazioni?”
- Quesito 2
“Volete che sia abrogato il Decreto-Legge 23 luglio 2021, n.105, (Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche)?”
- Quesito 3
“Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 6 agosto 2021, n. 111 (Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti)?”
- Quesito 4
“Volete che sia abrogato il DECRETO-LEGGE 10 settembre 2021, n. 122 (Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale)?”
I motivi del no si articolano quindi secondo queste indicazioni e, come si legge, fanno riferimento alla credenza che il documento verde stia “spingendo surrettiziamente i cittadini alla vaccinazione”, ma sia anche in contrasto con “alcune dichiarazioni di principio sancite da strumenti giuridici di natura programmatica, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948”.
Referendum no green pass: da chi parte l’iniziativa
I promotori e i garanti facenti parte del comitato referendario sono riportati sul sito apposito dell’iniziativa.
Dell’elenco degli organizzatori fanno parte l’avvocato Olga Milanese, del Foro di Salerno; il professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato nazionale per la Bioetica, e il professor Francesco Benozzo, docente di Filologia romanza all’Università di Bologna.
Nella seconda lista (quella dei garanti) troviamo invece i seguenti nomi: professor Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione; professor Ugo Mattei, docente di diritto civile all’Università di Torino; professor Alberto Contri, ex presidente della Fondazione Pubblicità progresso e Carlo Freccero, giornalista ed ex consigliere di amministrazione della Rai.
Referendum no green pass: come e dove firmare
Per ogni referendum abrogativo, l’articolo 75 della Costituzione riserva l’iniziativa a 500.000 elettori, le cui sottoscrizioni devono essere raccolte su appositi moduli ed essere autenticate da un pubblico ufficiale.
Per aumentare le probabilità di raggiungere il quorum perciò, la nuova raccolta di firme, stando a quanto si legge sul sito del comitato referendario, si terrà sia fisicamente, con i famosi tavolini in piazza, sia digitalmente consultando il sito www.referendumnogreenpass.it.
Per la firma online bisognerà pagare 3 euro e altrettanti per la marcatura temporale poiché i promotori, come riportano alcune testate, non avrebbero fatto a tempo ad attivare la piattaforma gratuita dove è necessario soltanto l’accesso con Spid, l’identità digitale. Nel caso della piattaforma gratuita, i costi sarebbero stati a carico dei promotori anziché dei cittadini.
Referendum no green pass: potrebbe naufragare?
Una corsa contro il tempo con Internet dalla loro parte.
I promotori si sono mossi in ritardo, a ridosso del termine ultimo per presentare le 500mila firme necessarie. Il 30 settembre 2021 si chiude infatti il conteggio per tutti i procedimenti referendari aperti durante l’anno poiché, come stabilisce la legge, non è possibili indire alcuna iniziativa di questo genere a ridosso delle elezioni del Presidente della Repubblica.
Il motivo che soggiace a questa tempistica è noto a tutti: l’introduzione del nuovo decreto per il green pass sul lavoro. La sollevazione popolare è stata immediata e il passaggio dalle parole ai fatti in realtà è stato relativamente breve se si tiene conto di questo scarto temporale.
Dobbiamo dire, inoltre, che sebbene lo spazio materiale per raccogliere le firme necessarie non sembra essere dalla loro parte, i manifestanti da sempre sono molto forti sui social e spingeranno forte l’iniziativa che, grazie alla possibilità di partecipazione tramite firma digitale, potrebbe volare alto.
Non è infatti un naufragio annunciato, sebbene si tratti comunque di un’impresa difficile. Osserviamo quindi crescere le somme dei votanti per capire in che direzioni andrà la vicenda.
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