Rendimenti in corsa: titoli di Stato sotto pressione

Violetta Silvestri

03/05/2022

Mercati obbligazionari colpiti da una nuova ondata di vendite: i rendimenti stanno salendo da record. Non solo il Treasury Usa, ma anche il Bund tedesco è aumentato ai livelli del 2015.

Rendimenti in corsa: titoli di Stato sotto pressione

Forti venti di vendita si stanno abbattendo sul debito degli Stati: i rendimenti stanno salendo nei principali mercati, con le sorprese Treasury a 10 anni e Bund tedesco decennale.

Nel dettaglio, il rendimento del Tesoro USA a 10 anni si è attestato al 3%, mentre il Bund tedesco a 10 anni ha raggiunto l′1% per la prima volta dal 2015, tra le aspettative sugli aumenti dei tassi di interesse.

La Fed si muoverà aggressiva domani così come la Bank of England nel meeting di giovedì. Con l’inflazione che preme anche in Eurozona, si attendono mosse al rialzo anche dall Bce.

Intanto, in queste prospettive, i rendimenti stanno spiccando il volo.

Obbligazioni sotto pressione: rendimenti al top

Giornata complessa per il mercato delle obbligazioni.

I costi di finanziamento a 10 anni della Germania sono saliti all’1%, dopo che l’Australia ha dato il via a una settimana impegnativa per le banche centrali con un aumento dei tassi più grande del previsto.

Il mercato del debito australiano è stato il più colpito, ma le vendite sono rimbalzate anche sui principali mercati europei.

Il rendimento dell’obbligazione decennale australiana ha raggiunto il 3,4%, un livello registrato nel 2014, mentre quello a due anni più sensibile alle politiche è balzato di oltre 0,19 punti percentuali al 2,77%.

In Europa, il rendimento delle obbligazioni a 10 anni della Germania è aumentato di 0,05 punti percentuali superando l’1% per la prima volta in sette anni, mentre l’equivalente britannico è aumentato di circa 0,1 punti percentuali al 2%. Gli oneri finanziari tedeschi a 10 anni hanno iniziato l’anno in territorio negativo.

Il rendimento a 10 anni degli Stati Uniti è stato scambiato pressoché invariato dopo aver superato il 3% il giorno precedente per la prima volta dal 2018.

La Federal Reserve degli Stati Uniti, la banca centrale più influente del mondo, dovrebbe annunciare un aumento extra-large dei tassi di circa mezzo punto percentuale, con i mercati che prezzano rialzi di mezzo punto simili nei due incontri successivi, dopo che l’inflazione ha raggiunto il massimo degli ultimi 40 anni dell’8,5% a marzo.

Il Bund tedesco manda messaggi alla Bce

È una brusca inversione di tendenza quella del rendimento del Bund tedesco decennale, considerando che la domanda di rifugi sicuri dopo l’invasione russa dell’Ucraina aveva mandato il tasso in territorio negativo.

“Il mercato sembra in pessime condizioni con pochi investitori disposti a passare dall’altra parte, date le dinamiche ribassiste radicate...I timori sull’inflazione non stanno diminuendo, mentre il sentimento di rischio si sta riprendendo” ha commentato Christoph Rieger, responsabile della strategia a tasso fisso presso Commerzbank.

I mercati monetari stanno scommettendo su quasi quattro rialzi di 25 punti base dalla Bce quest’anno.

L’inflazione nell’area dell’euro continua a battere il record e un numero crescente di funzionari di Francoforte riconosce la possibilità di un maggiore inasprimento delle politiche. Il vicepresidente Luis de Guindos ha affermato che un aumento del tasso della Bce a luglio è possibile, ma non probabile.

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