Renzi e Berlusconi: tra sondaggi e corsa per il Quirinale, l’uno ha bisogno dell’altro?

Alessandro Cipolla

12 Agosto 2021 - 15:29

Berlusconi ha bisogno dei voti di Renzi per essere eletto al Quirinale, il senatore invece cerca una exit strategy per Italia Viva data dai sondaggi sotto al 2%: ci sarà un nuovo patto tra i due?

Renzi e Berlusconi: tra sondaggi e corsa per il Quirinale, l’uno ha bisogno dell’altro?

Da quando è nata Italia Viva, la vera forza di Matteo Renzi è stata quella di aver saputo tenere la sua componente parlamentare compatta specie durante le burrascose settimane della crisi di governo.

I renziani così resistendo alla tentazione di tornare nel PD o di passare tra le fila dei “contiani”, sono stati il grimaldello capace di far dimettere Giuseppe Conte spianando così la strada per la nascita del governo Draghi.

A febbraio 2022 la pattuglia di Italia Viva sarà nuovamente l’ago della bilancia in Parlamento, quando le Camere in seduta riunita dovranno eleggere insieme ai delegati regionali il prossimo Presidente della Repubblica.

Allungando lo sguardo al 2023 quando si tornerà a votare per le elezioni politiche, gli ultimi sondaggi indicano però il partito di Matteo Renzi sempre più in basso: stando a una indagine di Demopolis del 3 agosto, IV adesso sarebbe all’1,7%.

Renzi e il futuro di Italia Viva

Considerando anche la riforma del numero dei parlamentari che entrerà in vigore nella prossima legislatura, stando così le cose sarebbero ben pochi i renziani che potrebbero avere qualche speranza di essere riconfermati alla Camera o al Senato.

Per essere decisivo anche a febbraio quando si eleggerà il prossimo Presidente della Repubblica, Renzi potrebbe aver bisogno di garantire una prospettiva politica ai suoi per mantenere compatte le proprie fila.

Quando il prossimo 3 e 4 ottobre oltre che per le elezioni amministrative si voterà anche per le suppletive nel collegio alla Camera di Siena, dove è candidato Enrico Letta, potrebbero crearsi le condizioni per un riavvicinamento al PD nel caso in cui il segretario dem dovesse perdere e, di conseguenza, dimettersi dal suo incarico con Stefano Bonaccini pronto in quel caso a subentrare.

Se questa possibilità non dovesse materializzarsi, alle prossime elezioni politiche i renziani dovranno volgere il proprio sguardo altrove: la soluzione naturale sarebbe quella di un polo moderato con Carlo Calenda, ma anche in questo caso le poltrone sicure sarebbero ben poche.

Il recente feeling con la Lega, confermato anche da Matteo Salvini durante il suo tour in Calabria “fortunatamente c’è sintonia con Italia Viva e così riusciamo a stoppare le pretese di PD e 5 Stelle”, potrebbe così spingere Matteo Renzi a guardare verso il centrodestra proprio nel momento in cui Silvio Berlusconi sembrerebbe essere sempre più deciso a giocarsi le proprie carte per il Quirinale.

La corsa di Berlusconi verso il Colle

In una recente intervista, Matteo Salvini ha affermato che “sulla carta noi il candidato al Quirinale l’abbiamo già” riferendosi a Silvio Berlusconi.

Nonostante la visita a Villa Certosa Giorgia Meloni appare più cauta sull’argomento, anche perché FdI potrebbe essere più felice di vedere Mario Draghi al Quirinale così da poter votare con un anno di anticipo e capitalizzare al massimo i tanti voti attestati adesso dagli ultimi sondaggi.

Fatto sta che a partire dalla quarta chiamata, quando per eleggere il Presidente della Repubblica basterà la maggioranza assoluta, teoricamente il centrodestra e Italia Viva avrebbero insieme i numeri per mandare al Colle un loro candidato.

Eleggere in sintonia il Presidente della Repubblica, non per forza Berlusconi anche se il leader di Forza Italia sembrerebbe sperarci molto, andrebbe a proiettare automaticamente Italia Viva nell’orbita del centrodestra, cambiando anche i rapporti di forza all’interno dell’attuale maggioranza di Governo.

Sarà questo il destino dei renziani? Ancora è presto per capire quali saranno le strategie dei partiti al prossimo febbraio, con il senatore fiorentino che potrebbe essere anche tentato di dedicarsi a tempo pieno alla sua nuova attività lavorativa al termine di questa legislatura.

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