“Siamo decisivi”. Adesso Renzi è veramente un problema per Conte

Alessandro Cipolla

21/05/2020

Grazie al voto contrario alle mozioni di sfiducia, Italia Viva ha salvato Alfonso Bonafede e Giuseppe Conte ma adesso Matteo Renzi ha dimostrato al premier di avere il coltello dalla parte del manico: “Non voglio poltrone, ma un altro governo si trova in un quarto d’ora”.

“Siamo decisivi”. Adesso Renzi è veramente un problema per Conte

I titoli anche questa volta sono tutti per lui. Come nei piani, Matteo Renzi è stato il vero protagonista al Senato del voto sulle due mozioni di sfiducia presentate nei confronti di Alfonso Bonafede, rubando la scena anche al ministro.

Del resto i numeri delle votazioni sono stati chiari. La prima mozione, quella del centrodestra, è stata bocciata con 160 voti contrari a fronte di 131 favorevoli e 1 astenuto, mentre la seconda targata +Europa ha visto 158 No, 124 Sì e 19 astenuti.

Se i 17 senatori di Italia Viva avessero deciso di votare con le opposizioni come non era stato escluso alla vigilia dai renziani, Bonafede in questo momento non sarebbe più il ministro della Giustizia e Giuseppe Conte starebbe iniziando a preparare le valigie per lasciare Palazzo Chigi.

Matteo Renzi ha così ribadito agli alleati che il futuro dell’esecutivo giallorosso è nelle sue mani. Intervistato il giorno dopo il voto al Senato da La Repubblica, l’ex premier ha allontanato l’ipotesi di un rimpasto di governole poltrone possono tenersele”, mandando contemporaneamente però anche un preciso messaggio a Giuseppe Conte “ un altro governo si trova in un quarto d’ora ”.

Renzi ha in mano Conte

Conte ha scelto di metterci di fronte a un bivio - ha spiegato Renzi nell’intervista - e io per l’ennesima volta ho scelto di mettere da parte le mie esigenze personali per mettere davanti l’Italia. E anche stavolta, come ad agosto per mandare a casa Salvini, siamo stati decisivi”.

Adesso però stando alle parole del senatore di Rignano lo scopo di Italia Viva non sarebbe quello di avere un maggiore spazio nel governo, ma “ sbloccare i cantieri , una politica industriale, un’iniezione di fiducia che consenta al Paese di ripartire. Qui sta arrivando una crisi occupazionale senza precedenti, bisogna reagire”.

I due voti sulla sfiducia a Bonafede hanno messo nero su bianco che, al Senato, senza Italia Viva il governo non ha i numeri per andare avanti. Una sorta di certificazione algebrica che adesso Matteo Renzi può usare per battere i pugni sul tavolo della maggioranza.

Probabilmente non ci sarà un rimpasto di governo, non nell’immediato perlomeno per non passare da poltronari, ma con ogni probabilità l’ex sindaco di Firenze chiederà a Conte di avallare le sue richieste in merito alla giustizia e al piano Shock per sbloccare i cantieri.

In caso contrario, ecco che i renziani potrebbero tornare ad agitare lo spettro della crisi di governo, forti del loro voto decisivo al Senato per salvare Alfonso Bonafede che altrimenti “starebbe ora facendo gli scatoloni” come ha commentato Maria Elena Boschi scatenando il risentimento dei 5 Stelle.

Un bluff sul possibile nuovo governo?

Se i numeri a Palazzo Madama danno senza dubbio ragione a Matteo Renzi, per quanto riguarda una nuova maggioranza che si troverebbe “in un quarto d’ora” l’ex premier sembrerebbe essere tornato a indossare i panni del Bomba, come veniva chiamato da ragazzo in quanto per gli amici spesso le sparava grosse.

Se al Senato alla fine Bonafede fosse stato sfiduciato, la conseguente crisi di governo avrebbe portato molto probabilmente a delle elezioni anticipate e non a una nuova maggioranza.

Numericamente Italia Viva e il centrodestra, con l’aiuto di alcuni parlamentari del Gruppo Misto, potrebbero formare una nuova maggioranza ma Giorgia Meloni mai accetterebbe di prendere parte a un esecutivo insieme all’ex premier.

Stesso discorso per un governo di unità nazionale: senza Fratelli d’Italia, a quel punto Matteo Salvini non vorrebbe mai entrare nella maggioranza di un governo tecnico visto che a quel punto lascerebbe delle praterie politiche alla alleata/rivale.

Solo un intervento del Presidente Sergio Mattarella, visto il periodo di grande emergenza che il Paese sta vivendo, potrebbe convincere il Partito Democratico e magari anche la Lega o parte dei 5 Stelle ad appoggiare un nuovo esecutivo.

La verità con molta probabilità è che una maggioranza alternativa a quella giallorossa al momento non c’è, motivo per cui Italia Viva ha scelto di restare fedele all’attuale maggioranza evitando così le elezioni anticipate.

Non seguo i sondaggi - ha aggiunto poi Matteo Renzi sempre nell’intervista - I sondaggi ti dicono quanto sei simpatico, i dati Istat ti dicono quanto sei competente. Mai avuto dubbi su cosa sia meglio”.

Facile invece che Renzi gli ultimi sondaggi li abbia seguiti con molta attenzione, visto che stando alle rilevazioni Italia Viva potrebbe non superare la soglia di sbarramento, anche quella del 3%, in caso di voto.

Se da una parte Matteo Renzi può far pesare il suo essere decisivo al Senato, in mancanza di una maggioranza alternativa credibile Giuseppe Conte allo stesso modo potrebbe ricordare al leader di IV che, in caso di elezioni, anche lui alla fine rischierebbe seriamente di andare a casa.

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