Riforma equo compenso professionisti: cosa prevede la proposta di legge di FdI alla Camera

Vincenzo Caccioppoli

14 Giugno 2021 - 15:02

Cosa prevede la proposta di legge di Fratelli d’Italia, che vuole attuare una riforma dell’equo compenso ai professionisti eliminando le stornure della legge Bersani-Visco.

Riforma equo compenso professionisti: cosa prevede la proposta di legge di FdI alla Camera

Attraverso Fratelli d’Italia torna in discussione in Parlamento, il prossimo 28 Giugno, la delicata questione dell’equo compenso per i professionisti.

Dopo essere stata normata a livello regionale e dopo molti rinvi alla Camera, ora la proposta arriva finalmente in Parlamento. Quella dell’equo compenso è una questione da tempo al vaglio delle Commissioni lavoro e giustizia delle Camere. Stiamo parlando delle modifiche alla riforma della legge entrata in vigore nel decreto fiscale del 2017 (decreto legge 148/2017), che era intervenuto per modificare le conseguenze apportate dalle cosiddette “lenzuolate” del ministro Bersani nel 2006, grazie alle quali - per garantire la massima liberalizzazione del mercato - erano state tolte le minime tariffe per i professionisti.

Lo storture dell’equo compenso ai professionisti in Italia

Questa norma del 2006, che aveva una sua logica all’interno di un percorso di liberalizzazione del mercato, con il tempo però aveva prodotto storture e danni, sia per i professionisti che per i clienti, sia dal punto di vista della professionalità del servizio sia per la qualità dello stesso. La disciplina del 2017 aveva come obiettivo proprio quello di correggere inefficienze e problematiche che la legge Bersani-Visco aveva prodotto. Ma la legge non ha risolto tutti i problemi - per esempio la pubblica amministrazione è stata esclusa in gran parte dalla norma, rendendo quindi non insoliti episodi di compensi simbolici per i professionisti tenuti ad offrire la propria opera con la PA.

Clamoroso esempio è il caso di un professionista, come da sentenza del 3 Ottobre del 2017 del Consiglio di Stato, pagato un euro dal Comune di Catanzaro per la redazione del nuovo regolamento urbanistico comunale.
Ma casi come questo se ne verificano a centinaia, come denunciato da tutti i principali ordini professionali.

Cosa prevede la proposta di FdI sull’equo compenso ai professionisti

Con approvazione dell’emendamento 137 del Dl Ristori del 2020 è scattato obbligo di equo compenso per i professionisti coinvolti nelle pratiche per il superbonus edilizio del 110%.

Ora con la proposta di legge di cui è prima firmataria l’onorevole Giorgia Meloni si vuole allargare la platea a tutti i professionisti, proponendo l’abrogazione del Dl di Bersani nella parte che abolì l’obbligatorietà delle tariffe minime per i professionisti.

Il nostro obiettivo è quello di assicurare che gli importi per i professionisti non possano essere inferiori ai parametri e alle tariffe stabilite dai singoli ordini. È legittimo e doveroso che due milioni di persone che rappresentano questa categoria vengano pagate il giusto. Una storica battaglia che FdI porta avanti da tempo e sulla quale auspichiamo si possa trovare la più ampia convergenza possibile in Parlamento”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida.

Nel dettaglio, la proposta di legge vorrebbe allargare le disposizioni inerenti la pratica forense inserire nell’articolo 2233 del codice civile (articolo che determina i compensi dei professionisti) anche ad altre categorie professionali.

Inoltre, la proposta di Fdi aggiunge due commi al suddetto articolo, che riguardano in particolare:

  • la dichiarazione di nullità della pattuizioni che prevedano un compenso considerato sproporzionato rispetto al lavoro svolto o al servizio reso dal professionista, e cioè quello inferiore alle tariffe minime stabilite con decreto ministeriale;
  • la possibilità di richiesta da parte del professionista di acconti per il lavoro svolto, a copertura di spese da sostenere per lo svolgimento del suo lavoro.

Unanime la soddisfazione da parte delle principali categorie professionali. Confprofessioni, durante la sua audizione in Commissione giustizia, ha ricordato come “l’attuale impianto normativo del diritto all’equo compenso sia del tutto inefficiente” e “disperso in una pluralità di fonti, si applica solo alle grandi imprese, escludendo numerosi rapporti contrattuali; è privo di un meccanismo di tipo preventivo e, nei rapporti con la PA, risulta poco stringente, ammettendo pratiche come le prestazioni a titolo gratuito”.

La Commissione giustizia sta vagliando altre due proposte di riforma oltre a quella della Meloni, quella del leghista Jacopo Morrone e del forzista Andrea Mandelli, in attesa di ricevere calendarizzazione della discussione in aula.

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