Primo tavolo di confronto tra la ministra Catalfo e i sindacati sul futuro delle pensioni. Sì all’Ape sociale e Opzione Donna, Quota 100 fino a scadenza naturale.
La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha incontrato i sindacati Cgil, Cisl e Uil per affrontare lo spinoso tema delle pensioni. Si è trattato tratta del primo tavolo di confronto, altri due sono già stati programmati. Il primo appuntamento è per l’8 settembre, il secondo è per il 16 settembre. Lo scopo principale è arrivare a una riforma delle pensioni attraverso una legge delega dal 2022.
Le proposte della ministra Catalfo
L’intento della ministra Catalfo è di raggiungere una maggiore flessibilità ed equità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani. Nella prossima legge di Bilancio, vanno prorogate Opzione Donna e Ape sociale. Quota 100 resta fino alla sua scadenza naturale: 31 dicembre 2021, poi si cambia.
Catalfo ha intenzione di far partire la commissione sui lavori gravosi e quella per la separazione tra spesa previdenziale e assistenziale. In realtà, le due commissioni sarebbero dovute già essere avviate, ma l’emergenza coronavirus ha bloccato la procedura.
La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali ha confermato di voler assumersi l’impegno di portare a compimento una legge quadro sulla mancata autosufficienza. Inoltre, ha confermato di volere impegnarsi per risolvere la questione previdenziale del part-time verticale e del fondo esattoriale.
Gli obiettivi di Maurizio Landini
Come riportato oggi, dall’agenzia di stampa Agi, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, si è così espresso “è importante che il Governo abbia riaperto con i sindacati il confronto sulla previdenza«, perché è necessario riformare l’attuale sistema previdenziale, superando definitivamente la legge Fornero» e una volta terminata la sperimentazione di ’Quota 100’, ridefinire un sistema pensionistico più equo”.
Landini ha sottolineato il bisogno di garantire un’uscita anticipata, previo l’ampliamento di alcuni requisiti, legati ai precoci e all’Ape sociale, ai disoccupati, agli invalidi o a chi svolge lavori a rischio COVID-19. Vuole sia garantito il pensionamento a coloro che hanno maturato 41 anni di contributi.
Secondo il segretario generale delle Cgil, si deve eliminare la correlazione dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, rilanciare le adesioni alla previdenza complementare, reinserire una indicizzazione piena per i pensionati, con l’utilizzo della leva fiscale e l’estensione della quattordicesima.
Flessibilità
Dall’incontro è emerso che la flessibilità è sicuramente qualcosa da cui non si può prescindere, le persone devono essere seguite dal lavoro alla pensione, specie se intercorrono crisi o ristrutturazioni aziendali o per favorire l’assunzione di giovani. Vanno ampliate misure come l’Isopensione o il contratto di espansione. Inoltre, va affrontata, e si spera definitivamente risolta, la questione esodati.
La ministra Catalfo e i sindacati sembrano essere abbastanza in linea su come procedere, o meglio sugli obiettivi da raggiungere. Tuttavia, il lavoro da fare è molto ampio, non sarà facile trovare un’intesa su tutto e concretizzarla.
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