Riforma pensioni, Quota 42 al posto della Quota 100? Ecco le novità

Stefania Manservigi

9 Agosto 2018 - 23:26

Il Governo starebbe pensando all’ipotesi Quota 42 al posto della Quota 100. Ecco tutte le ultime novità sulla riforma delle pensioni.

Riforma pensioni, Quota 42 al posto della Quota 100? Ecco le novità

Se la riforma delle pensioni si baserà davvero sulla Quota 100, come trapelato negli ultimi mesi, ancora non non è dato sapere.

Il Governo, infatti, in questi giorni è all’opera per cercare di fare il punto della situazione, capire le risorse da poter destinare al capitolo previdenziale nella prossima Legge di Bilancio, e agire di conseguenza.

Proprio ieri si è tenuto un vertice sulla prossima Legge di Stabilità e, in base alle indiscrezioni trapelate, sembrerebbe sempre più possibile un dietrofront da parte dell’esecutivo targato Lega e M5S a favore di una nuova misura: la Quota 42.

Riforma pensioni: Quota 42 al posto della Quota 100?

Il problema principale della Quota 100 sarebbe infatti il costo e la difficoltà di trovare le relative coperture finanziarie.

Secondo le stime, infatti, per garantire la sostenibilità della Quota 100 potrebbero servire da 4 a 14 miliardi di euro annui, cifre importanti, che stanno facendo virare il Governo in un’altra direzione: la possibilità di introdurre la Quota 42.

Grazie alla Quota 42, infatti, verrebbe garantito a chi ha 42 anni di contributi versati di accedere alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica: una sorta di scelta di compromesso, che permetterebbe di anticipare la pensione rispetto a quanto previsto attualmente (42 anni e 10 mesi) e rispetto a quanto sarà previsto a partire dal 1° gennaio 2019, quando il requisito si alzerà a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 2 mesi per le donne.

La scelta tuttavia non sarebbe apprezzata soprattutto dai lavoratori precoci che, da tempo, chiedono invece invano la Quota 41 per tutti.

L’attenzione ai conti

Sulla riforma delle pensioni sono intervenuti anche il Ministro dell’Economia Giovanni Tria e Luigi Di Maio.

Tria ha infatti sottolineato la necessità di trovare una soluzione che consenta di prestare la giusta attenzione ai conti pubblici. La priorità è quindi quella di pensare a interventi in materia previdenziale

“con il vincolo che non incidano in modo troppo pesante sulla curva della spesa a medio e lungo termine”.

L’obiettivo di superare la Legge Fornero, tuttavia, non sembra essere stato accantonato. A sottolinearlo è infatti Luigi Di Maio che ha ricordato

“come la riforma Fornero sia stata annunciata come la panacea per i mali dell’Italia ai tempi di Monti, quando invece di rispondere a un attacco speculativo di enormi proporzioni decisero di piegarsi al mantra europeo delle riforme lacrime e sangue. Da allora i conti pubblici non sono migliorati, perché l’economia non si rilancia tagliando tutto, ma facendo investimenti”.

Il problema esodati

Un altro problema che il nuovo Governo dovrà affrontare sul versante previdenziale è quello degli esodati.

Ieri due componenti del Comitato esodati licenziati e cessati hanno preso parte alla conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e sono stati ricevuti dall’entourage degli addetti stampa della Presidenza del Consiglio.

Quello che viene richiesto è un intervento che preveda la tanto agognata nona salvaguardia, che vada a tutelare i 6000 esodati rimasti esclusi dai precedenti provvedimenti e che si trovano ancora nel pericoloso limbo di chi è senza pensione e senza stipendio. Un impegno, questo, che il Ministro del Lavoro Di Maio aveva già preso cercando di inserire il provvedimento nel Decreto Dignità. Appuntamento che, a questo punto, resta rimandato a settembre.

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