Sulla riforma della scuola paritaria e in particolare sul sistema dei finanziamenti si è espresso di recente il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti affermando che nessun cambiamento sostanziale è previsto; il M5s potrebbe non pensarla allo stesso modo.
La riforma delle scuole paritarie che influirebbe in particolare sulla loro modalità di finanziamento vede i due partiti attualmente al governo, Lega e 5 Stelle, schierati su fronti opposti.
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti si è espresso in merito alla questione qualche giorno fa in un’intervista all’Avvenire, quotidiano della Conferenza episcopale italiana (Cei), nel corso della quale ha difeso il funzionamento attuale delle scuole paritarie preannunciando che non prevede di apportare modifiche rilevanti al sistema.
Il Movimento 5 Stelle, al contrario della Lega, si è sempre detto a favore di una riforma delle private anche con dichiarazioni forti contro il sistema di finanziamento alle scuole paritarie; pertanto sarà necessario verificare se si creerà una incrinatura nel rapporto tra i due partiti di maggioranza o i pentastellati lasceranno passare le dichiarazione del ministro senza opporsi.
Le dichiarazioni di Bussetti
Bussetti si è espresso sulla questione dei finanziamenti alle scuole paritarie chiarendo in particolare che all’ordine del giorno non sono previsti interventi di rilievo e che il governo si impegnerà a migliorare la qualità complessiva del sistema che comprende sia le scuole statali sia quelle paritarie.
Nessuna novità quindi in casa Lega: il partito del Carroccio ha sempre sostenuto di voler mantenere invariato quanto già fatto nel settore delle scuole private. Le dichiarazioni di Bussetti sono quindi perfettamente in linea con il programma elettorale.
La posizione del Movimento 5 Stelle
Ad oggi il Movimento 5 Stelle non ha reagito in alcun modo alle dichiarazioni del ministro sebbene abbia sempre espresso un’idea differente sul sistema delle paritarie. In piena campagna elettorale, secondo quanto riportato da “il Giornale.it” Di Battista avrebbe dichiarato:
“Vogliamo cancellare qualsiasi forma di finanziamento pubblico alle scuole private e alle scuole paritarie che hanno raggirato la legge Berlinguer. Vogliamo finanziare solo la scuola pubblica. Se vuoi andare alla scuola privata, paghi”.
In sede di stesura del contratto di governo la posizione del Movimento si è però smussata notevolmente fino ad escludere le scuole dell’infanzia e i nidi da una possibile riforma. Il partito aveva motivato in questo modo il parziale cambio di rotta:
“Per questa fascia d’età (0-6 anni) le scuole private paritarie nella maggior parte dei casi suppliscono alla mancanza di scuole pubbliche statali”.
Resta quindi aperta la questione: il Movimento rinuncerà del tutto a intervenire con una riforma del sistema scolastico privato e paritario o si creerà un’incrinatura nel rapporto tra i due partiti?
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