Compenso di 50.000 € a lavoratore che si annoia: esiste la sindrome da bore-out al lavoro

Fiammetta Rubini

11 Giugno 2020 - 10:23

I giudici hanno riconosciuto la sindrome da bore-out, stress da estrema noia al lavoro. Così un dipendente che si annoiava troppo ha ricevuto 50.000 euro di rimborso danni dall’azienda.

Compenso di 50.000 € a lavoratore che si annoia: esiste la sindrome da bore-out al lavoro

Un compenso di 50.000 euro perché si annoiava al lavoro e i suoi capi non gli davano cose da fare. È quanto è stato accordato a Frédéric Desnard, un uomo francese che ha portato la sua azienda in tribunale per chiedere un risarcimento per i danni subiti a causa della noia al lavoro.

Per la prima volta i giudici hanno riconosciuto la sindrome da “bore-out”, che è l’opposto del burnout, ossia l’esaurimento nervoso da eccessivo lavoro (per il quale si può richiedere anche l’invalidità).

Si annoia al lavoro: 50.000 euro di risarcimento danni

Martedì 2 giugno la Corte d’appello di Parigi ha pronunciato una sentenza storica: la noia è una forma di molestia morale, e quindi merita di essere condannata. Nel caso del bore-out (sindrome da estrema noia al lavoro) il lavoratore diventa stanco e depresso per mancanza di cose da fare oppure perché gli vengono affidati compiti monotoni e inferiori alle sue qualifiche e competenze.

Il protagonista della sentenza, Frédéric Desnard, ha portato la sua azienda davanti ai giudici per danni morali subiti quando lavorava nella società di profumi Interparfums, esperienza che ha descritto come una “discesa all’inferno”.

“A nessuno importava se arrivassi alle 9 o alle 10. Dovevo sbrigare delle commissioni e poi la mia giornata era finita”. Desnard ha raccontato alla stampa che gli sono stati affidati compiti che non avevano a che fare con le sue responsabilità originarie (era stato assunto come manager) e che col tempo ha iniziato a sentirsi stufo e a soffrire di forte depressione, tanto da arrivare a pensare al suicidio. “Mi vergognavo di essere pagato per non fare nulla”, ha detto, e ha raccontato che lo stress e la mancanza di stimoli sul lavoro gli hanno anche causato una crisi epilettica mentre guidava. Desnard è stato licenziato per sette mesi e poi per assenza prolungata, così è ricorso alle vie legali per chiedere un risarcimento danni.

La sentenza

In Francia ci sono rigide leggi a tutela dei lavoratori, e non è facile essere licenziati se a causa dei cambiamenti tecnologici non si è più “necessari” in azienda. Molte persone rimangono così scariche di lavoro che la speranza delle aziende è che si dimettano.

La società sotto accusa ha detto in tribunale che Desnard non ha mai reso nota la noia di cui soffriva. I giudici, oltre ad aver stabilito i 50 mila euro di risarcimento al dipendente, si sono espressi sul dovere per le società francesi di assicurarsi che i loro dipendenti non si annoino troppo facilmente al lavoro.

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