Quando conviene riscattare la laurea ai fini della pensione di vecchiaia? Il caso è solo uno.
Il riscatto laurea, tradizionale o agevolato, consente di valorizzare ai fini previdenziali il periodo di studi che hanno portato all’ottenimento della Laurea. In alcuni casi il riscatto degli anno di studio è molto conveniente per il lavoratore nonostante l’onere previsto sia molto alto.
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno,
Ho letto l’articolo di Money ed ogni caso ha una particolare considerazione ed analisi da farsi.
Compirò 67 anni in luglio 2021 ed avrò circa 33 anni di contributi. Attualmente la retribuzione lorda annua è 62000euro.
Volevo sapere se posso usufruire del riscatto agevolato degli anni universitari e se riscattando i 5anni di università otterrei un vantaggio economico e fiscale nell’investimento ciò che sia conveniente farlo comunque ai fini pensionistici.
Grazie saluti”
Riscatto laurea agevolato per pensione di vecchiaia
Le anticipo fin da subito che la convenienza del riscatto laurea si misura con l’anticipo sulla pensione di vecchiaia che realmente permette. In termini economici il riscatto, e soprattutto quello agevolato, non portano ad una crescita dell’assegno previdenziale spettante che giustifica l’onere richiesto.
Le faccio proprio un esempio pratico dell’onere che dovrebbe sostenere e del beneficio che ne deriverebbe. Da considerare fin da subito, in ogni caso, che il riscatto agevolato della laurea richiede, qualora gli anni di studio si collochino precedentemente al 1996, di dover scegliere l’opzione contributiva per il calcolo della pensione. In questo caso, quindi, gli anni versati nel sistema retributivo sarebbero calcolati con il sistema contributivo (e non sempre questa risulta essere una scelta conveniente).
Tenendo conto anche questo fattore, quindi, deve considerare che riscattare con il sistema agevolato i 5 anni di studi universitari le costerebbe circa 26mila euro. I contributi versati con il riscatto, poi, se considerati a livello di calcolo contributivo darebbero luogo ad un aumento mensile della pensione, al compimento dei 67 anni (E quindi applicando il coefficiente di trasformazione di 5,575%) pari a 111 euro mensili circa.
Questo, in parole povere significa che per ammortizzare l’onere pagato impiegherebbe quasi 18 anni. Solo a partire, quindi, dagli 85 anni potrebbe beneficiare dell’aumento dell’importo realmente. A lei giudicare la convenienza o meno dell’investimento.
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