I risultati del sondaggio da parte di Money.it per conoscere l’opinione dei propri lettori in merito all’ultima decisione del premier Giuseppe Conte, che ha ulteriormente inasprito le misure restrittive per fronteggiare l’emergenza coronavirus: la maggioranza è d’accordo ma la scelta doveva arrivare prima.
I risultati del sondaggio sul coronavirus, dove si è chiesto se si fosse d’accordo o meno con la chiusura totale voluta dal governo. La maggiorparte dei partecipanti si è detta totalmente a favore della misura, anche se in molti avrebbero preferito una chiusura totale e fatta prima.
Con l’inasprirsi dell’emergenza, il premier Giuseppe Conte ha in parte accolto le richieste dell’opposizione e dei governatori di Lombardia e Veneto, decretando la chiusura fino al 25 marzo di tutte le attività commerciali a eccezione dei servizi essenziali come supermercati e farmacie oltre che delle fabbriche.
Sondaggio: siete d’accordo con il blocco voluto dal governo per fronteggiare il coronavirus?
- Totalmente d’accordo nei modi e nei tempi - 39,0%
- In parte d’accordo perché andava fatto prima - 30,0%
- In parte d’accordo perché andavano chiuse anche le fabbriche - 21,3%
- Per nulla d’accordo perché è una misura eccessiva - 8,7%
- Non so, non risponde - 1,0%
Con questo sondaggio, che ricordiamo non ha valore scientifico ma solamente indicativo non essendo stato realizzato a campione, Money.it ha voluto conoscere il parere dei propri lettori in merito a queste nuove misure decise da Palazzo Chigi.
Il 39% dei rispondenti al sondaggio si è quindi detto totalmente d’accordo sia nei modi che nei tempi con la decisione presa da Palazzo Chigi. Il 30% invece è in parte d’accordo visto che avrebbe voluto che questi provvedimenti fossero stati presi prima.
Per il 21,3% le misure sono giuste ma è sbagliato tenere aperte le fabbriche, mentre soltanto l’8,7% reputa eccessiva questa ulteriore stretta decisa dal premier Conte.
Coronavirus, sondaggio sulle misure volute da Conte
Negli ultimi giorni Giuseppe Conte era come stretto tra due fuochi. Con il bollettino che si faceva sempre più pesante, da una parte c’era il centrodestra compatto che faceva sue le richieste di Lombardia e Veneto chiedendo una serrata totale per cercare di contenere il contagio.
Un blocco che nell’idea iniziale avrebbe dovuto risparmiare solamente supermercati, farmacie ed edicole, mentre il trasporto pubblico sarebbe stato comunque garantito anche se fortemente ridimensionato.
Sull’altro fronte però c’era Confindustria, contraria a questa chiusura draconiana in quanto avrebbe messo definitivamente in ginocchio l’economia del Paese già duramente colpita da queste settimane di emergenza.
Alla fine Giuseppe Conte ha scelto una sorta di via di mezzo: chiusi fino al 25 marzo tutte le attività commerciali tranne quelle di prima necessità. Oltre a supermercati e farmacie, aperti quindi anche tabaccai, edicole e i vari servizi bancari, postali e assicurativi. Sul trasporto pubblico invece decideranno le singole Regioni.
Aperte anche le fabbriche, dove comunque sono state messe diverse misure per cercare di garantire che gli operai siano in grado di lavorare nel rispetto delle nuove norme di sicurezza, invitando a chiudere quei reparti non essenziali.
Lo scopo di tutto questo è spingere gli italiani a restare in casa il più possibile, per uscire occorre avere con sé l’autocertificazione della necessità di spostarsi anche a piedi, per cercare di limitare il contagio in queste due settimane.
Guardando i risultati del sondaggio, si capisce come in linea di massima i nostri lettori siano d’accordo con queste misure, che però potevano essere prese prima e soprattutto essere estetse a tutti.
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