Riunione FED, tassi di interesse all’1,75%: la conferenza di Powell in tempo reale punto per punto

Alessio Trappolini

21/03/2018

La FED ha ufficializzato il rialzo dei tassi di interesse Usa all’1,75%. Di seguito la conferenza stampa di Powell in tempe reale: forward guidance, dot plot e previsioni economiche

Riunione FED, tassi di interesse all’1,75%: la conferenza di Powell in tempo reale punto per punto

La riunione odierna del FOMC, acronimo di Federal Open Market Committe, ha deliberato il rialzo dei tassi di interesse di riferimento degli Stati Uniti di 0,25 punti percentuali, così come atteso dal mercato e in linea con il consensus rilevato da Bloomberg. Il costo del denaro della prima economia del mondo passa dal range 1,25-1,50% all’1,50-1,75 per cento. La decisione è stata presa all’unanimità, ovvero con 8 voti favorevoli e 0 contrari.

FED: è il sesto rialzo nel giro di 2 anni, costo del denaro sui massimi dal 2008

Con la stretta ai tassi di interesse deliberata oggi dal comitato di politica monetaria della Federal Reserve prosegue la stretta creditizia intrapresa nel dicembre 2015 da Janet Yellen, con l’ormai ex governatrice che grazie a 5 rialzi dei tassi in circa due anni aveva portato entro la fine del suo mandato il costo del denaro dal minimo storico dello 0,25% all’1,25-1,50%.

Il sesto incremento, quello che è stato da poco annunciato oggi, porta il costo del denaro negli Stati Uniti ai massimi dal settembre 2008, anno che vide lo scoppio della bolla dei mutui subprime. Prima della crisi il costo del denaro americano era al 2%. A fine 2008 la Federal Reserve allora guidata da Ben Bernanke aveva portato i tassi di interesse americani al minimo storico dello 0,25 per cento.

FED: confermati 3 rialzi nel 2018

Il rialzo del costo del denaro di 25 punti base era già dato per scontato dagli investitori, diversamente avrebbe rappresentato una sorpresa per i mercati finanziari internazionali. Il vero tema capace di condizionare il sentiment degli investitori globali è quello legato alle prospettive economiche della prima economia mondiale.

Così recita il comunicato stampa diffuso a margine della riunione del FOMC:

Le informazioni ricevute da quando il Federal Open Market Committee si è riunito a gennaio indicano che il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi e che l’attività economica è cresciuta a un ritmo moderato. Gli incrementi di nuovi posti lavoro sono stati forti negli ultimi mesi e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. I recenti dati economici suggeriscono che i tassi di crescita delle spese delle famiglie e degli investimenti fissi delle imprese sono stati moderati rispetto alle letture del quarto trimestre. Su base 12 mesi, sia l’inflazione complessiva che l’inflazione per gli articoli diversi da cibo ed energia hanno continuato a scendere al di sotto del 2 percento. Le misure di compensazione dell’inflazione basate sul mercato sono aumentate negli ultimi mesi ma rimangono basse; le misure basate sull’indagine delle aspettative di inflazione a più lungo termine sono poco cambiate.

In questo quadro la Federal Reserve ha preso la decisione di procedere con 3 rialzi nel corso del 2018 quasi all’unanimità; solamente un esponente del FOMC si è detto contrario.

L’inflazione su base annuale secondo le stime della Fed dovrebbe aumentare nei prossimi mesi e stabilizzarsi attorno all’obiettivo del 2%. I rischi a breve termine per le prospettive economiche appaiono sostanzialmente equilibrati, ma il Comitato “sta monitorando da vicino gli sviluppi dell’inflazione”.

Nelle righe che seguono tutti i dettagli della prima conferenza stampa del governatore della Federal Reserve Jerome Powell, seguita da Money.it tramite aggiornamenti in italiano tradotti in tempo reale

La conferenza di Powell in tempo reale punto per punto

La prima conferenza stampa di Jerome Powell è iniziata puntuale alle 19:30 italiane (le conferenze stampa della FED avvengono in genere alle 20:30, l’orario di oggi è dovuto allo sfasamento fra ora legale e ora solare).

Così il governatore Jerome Powell:

«Il quadro economico degli Stati Uniti si è rafforzato. Il mercato del lavoro è forte e l’inflazione si muove verso l’obiettivo del 2%. Il rialzo dei tassi compiuto oggi rappresenta un passo in più nella direzione verso la normalizzazione della politica monetaria, una direzione intrapresa già da qualche anno».

Per questo la FED ha alzato le stime sulla crescita del Pil statunitense nel 2018 e 2019. Nel dettaglio, le previsioni sul 2018 sono state alzate dello 0,2 al 2,7%, mentre per il 2019 la crescita è vista al 2,4%, in rialzo dello 0,3 rispetto alle precedenti stime. Invariate le stime sul 2020 e successivi.

Questi elementi sono di difficile lettura. Da un lato il rialzo dell’outlook su 2018 e 2019 segnala che la FED crede nella crescita statunitense nonostante le recenti letture sulle vendite al dettaglio siano risultate deboli.

Dall’altro lato le previsioni del FOMC per il tasso di crescita sostenibile di lungo periodo dell’economia sono rimaste invariate all’1,8 per cento, suggerendo che i responsabili politici sono ancora scettici sull’effetto positivo dei tagli fiscali per la crescita dell’economia.

Le domande dalla platea

D: Interessante osservare che avete alzato le stime di crescita economica. Ma come definito l’obiettivo sull’inflazione simmetrico?

R: La FED cerca una via di mezzo nella politica dei tassi. Quello che vogliamo è una politica monetaria simmetrica. Cerchiamo il 2% dell’inflazione, ma per perseguire questo obiettivo non possiamo dimenticare un’altra variabile molto importante, quello dell’occupazione.

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D: Le previsioni sulla crescita economica sono state formulate sulla base degli stimoli fiscali promossi dall’attuale amministrazione?

R:Le proiezioni economiche della FED esprimono una sintesi delle previsioni individuali e l’unica azione del comitato è stata l’aumento dei tassi. Diciamo che vi è una pluralità di visioni.

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D:Cosa pensa nel poter comunicare più spesso con il mercato?

R:Non vorrei che il fatto di aumentare le sessioni stampa possa far pensare che la FED stia accelerando sulle tempistiche di normalizzazione dei tassi.

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D: Come reagirebbe la FED ad una eventuale guerra dei dazi fra Usa e Cina?

R: Una serie di membri del FOMC ha sollevato il tema. Ecco cosa è emerso: eventuali cambiamenti nelle politiche commerciali non dovrebbe avere ricadute sul nostro outlook.

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D: Esiste uno scenario che potrebbe portare il FOMC a ripensare l’attuale cammino dei tassi d’interesse?

R:Abbiamo preso una decisione nella riunione di oggi. Come sempre quando si parla di previsioni, queste si possono aggiustare nel corso del tempo, al ribasso o al rialzo.

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Aggiornamento dal mercato nel corso della conferenza stampa di Powell:

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D: Come giudica la bassa produttività degli ultimi anni?

R:La produttività è stata molto debole negli ultimi anni. Negli ultimi mesi si è alzata un pò ma non in modo decisivo. La spinta fiscale ha fornito incentivi per ulteriori investimenti e questo dovrebbe giovare anche alla produttività. Siamo fiduciosi che ci saranno effetti collaterali positivi grazie alla riforma fiscale.

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