La recente zampata dell’orso inizia a far scricchiolare la tendenza rialzista presente da oltre 4 anni. Il 7° anno del mandato presidenziale di Obama rischia di entrare nella storia con il primo dato negativo. La statistica foraggia gli orsi ma ancora non tutto è perduto.
Dopo oltre 6 anni con i tori rimasti saldamente al comando, con il recente ribasso di agosto per la prima volta si iniziano a scorgere dei potenziali segnali di un mercato orso. Una tendenza non ancora compromessa ma che inizia a scricchiolare non tanto per aver terminato dopo oltre 4 anni un periodo dove non si registravano ribassi superiore al 10%, ma per una dinamica che non si verificava dall’estate del 2011.
In pochi giorni le prospettive che vedevano molti analisti stimare nuovi massimi storici entro la fine dell’estate, si sono infrante sulla dura realtà.
Un dato statistico che da oltre 80 anni si rivela una certezza è quello che registra la chiusura positiva del quinto anno di ogni decade, precisamente gli anni che terminano con il ‘5’, così come l’anno in corso 2015. Tant’è che ad inizio anno questo datò è stato da molti considerato un ottimo viatico che apriva la strada al 7° anno positivo consecutivo, evento che nell’ultimo secolo si è verificato solamente due volte. Se aggiungiamo che statisticamente dal 1940 il 3° anno del mandato presidenziale statunitense si chiude positivamente, così come per il 7° anno del secondo mandato, è chiaro che al momento ci troviamo in una fase storica molto importante che potrebbe far cadere una positiva serie secolare.
Analizzando nel dettaglio quanto storicamente accaduto sui mercati azionari statunitensi durante il secondo semestre del 3° e 7° anno del mandato presidenziale, possiamo notare come durante il periodo giugno/settembre non si sono registrate forti oscillazioni con un ritorno quasi piatto, mentre il mese di ottobre è risultato essere il periodo più negativo dell’anno. Ora, alla luce di quanto accaduto nel mese di agosto con un ribasso accompagnato da elevati volumi in vendita diventa importante rimanere molto cauti prima di considerare che il peggio sia oramai alle spalle….anzi!
In particolare per tre motivi:
1) Dopo i minimi di fine agosto i prezzi hanno recuperato oltre l’8% in 3 giorni iniziando un movimento laterale ancora in corso
Con il recente ribasso di agosto l’S&P500 ha perso oltre il 14% dai massimi di metà luglio con una dinamica simile a quanto accaduto nel maggio 2010 (flash crash) registrando una perdita del 13,5 dai precedenti massimi, ed agosto 2011 (crisi debito europeo) con un crollo superiore al 19% dai massimi di luglio. In entrambi i casi si è assistito ad un periodo di incertezza dove dopo un immediato e corposo rialzo nei giorni successivi, dovuto alle ricoperture delle posizioni ‘corte’, nei 2-3 mesi successivi i prezzi hanno inizialmente lateralizzato per poi tornare nuovamente a segnare minimi inferiori.
2) Gli ultimi giorni di agosto la media mobile a 50 periodi ha violato al ribasso la media mobile a 200 periodi generando il segnale di ‘Death Cross’
Dopo oltre 4 anni, precisamente dall’estate 2011, torna un segnale inquietante definito l’incrocio della morte. Statisticamente è un segnale che anticipa ampie oscillazioni ribassiste anche di lungo termine.
3) Le prossime tre settimane sono le peggiori dell’anno.
Statisticamente le settimane a cavallo tra fine settembre ed inizio ottobre segnano i rendimenti più negativi di tutto l’anno
Nel mio precedente articolo di inizio luglio “S&P500 non è tutto oro quel che luccica”, avvertivo come l’andamento dei prezzi e la statistica non erano favorevoli a sostenere ulteriori rialzi con un toro che iniziava a dare i primi segnali di stanchezza.
I forti ribassi delle scorse settimane e la statistica non sembrano foraggiare imminenti rialzi con un toro ancora frastornato ed intimorito. Prima di salire sul treno rialzista di Babbo Natale è meglio avere ancora cautela ed attendere le conferme nelle prossime settimane. Meglio perdere un’occasione che ritrovarsi il sacco già pieno di carbone ed il portafoglio in rosso.
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