Nei millenni settembre è sempre stato considerato un mese travagliato ed anche in finanza non gode di bei ricordi: nel 1931 e 2001 perse il 30% in pochi giorni e nel 2008 si aprì la più grande crisi finanziaria dal dopoguerra.
Nel corso dei millenni settembre è sempre stato considerato un mese travagliato, infatti è quello che vanta il maggior cambio di nomi. Non gode di estrema simpatia perché l’aria inizia a diventare fredda preparando i prossimi mesi al lungo sonno invernale e per i più giovani indica il ritorno alla scuola. Storicamente: in Europa il 5 settembre 1939 iniziò la 2° Guerra Mondiale.
Anche in finanza il mese non gode di bei ricordi: nel settembre del 1931 l’indice Dow Jones perse il 30%, la stessa percentuale persa in una settimana quando nel 2001 il Dow Jones riaprì gli scambi dopo la chiusura dal giorno del tragico attentato alle torri gemelle. Per finire, il 15 settembre 2008 la banca d’affari Lehman Brothers dichiara la bancarotta aprendo la peggiore crisi economica dal dopoguerra.
Nell’ultimo secolo la statistica rema contro e distingue settembre come il mese peggiore dell’anno (-1,1%). Numeri che diventano meno negativi se si restringe il periodo di riferimento. Infatti prendendo come riferimento la statistica dal 1950 e dal 1995 il ribasso medio arriva a dimezzarsi sino al -0,5%. Ancora meglio se consideriamo gli ultimi 10 anni che rispondono con una media positiva del +0,3%.
Con la chiusura positiva di ieri sera (6 settembre), l’indice azionario statunitense S&P500 termina le contrattazioni vicino ai massimi storici assoluti. Terza seduta mensile che sommata alle precedenti indica un ritorno mensile già positivo pari a +0,7%, il doppio della media mensile degli ultimi 10 anni.
La bassa volatilità che da oltre due mesi caratterizza i listini azionari americani segnano il più lungo periodo con le oscillazioni più contratte degli ultimi 50 anni, facendo suonare diversi campanelli di allarme. Dopo lunghi periodi di contrazione di volatilità si rischia di assistere ad improvvise esplosioni sapendo che la maggior parte delle volte l’aumento di volatilità viaggia a braccetto con i ribassi azionari.
Gli acquisti di questo inizio settembre non risultano essere stati sostenuti da volumi importanti. Le attuali condizioni tecniche dei mercati azionari consigliano di avere molta prudenza.
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