I dati snocciolati da due dossier distinti di Idos e di un ricercatore dell’Ispi parlano chiaro: durante il periodo in cui Matteo Salvini è stato ministro dell’Interno, il numero degli stranieri irregolari in Italia è notevolmente aumentato soprattutto a causa del decreto Sicurezza voluto dal leader della Lega.
Durante i quindici mesi in cui Matteo Salvini è stato ministro dell’Interno, in Italia sono diminuiti gli sbarchi di migranti sulle nostre coste ma sono aumentati gli stranieri irregolari presenti sul nostro territorio.
Prendendo in considerazione i dati forniti dal Viminale, Matteo Villa ricercatore Ispi ha pubblicato via Twitter i numeri relativi al nostro Paese: da maggio 2018 a settembre 2019, il periodo in cui Salvini è stato al governo, gli irregolari sarebbero passati da 551.494 a 638.904.
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Stima simile a quella fatta dal Centro studi e ricerche Idos, che nel suo ultimo dossier ha parlato di 530.000 stranieri irregolari in Italia stimati a inizio 2018 e che entro il 2020 diventeranno più di 670.000.
A provocare questa impennata sarebbero gli effetti del primo decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini, che ha abolito la protezione umanitaria, ma anche i rimpatri fermi al palo e che non sono stati all’altezza delle promesse leghiste durante la campagna elettorale.
Gli stranieri irregolari aumentati con Salvini
I dati del Ministero dell’Interno riguardanti gli sbarchi dei migranti parlano chiaro: nei quindici mesi in cui Matteo Salvini è stato al Viminale, gli sbarchi sulle nostre coste sono diminuiti drasticamente, continuando quell’andazzo inaugurato dal suo predecessore Marco Minniti che aveva stretto un patto con Tripoli per stoppare le partenze dalla Libia.
Altri numeri però adesso metterebbero in evidenza come, al tempo stesso, con il governo Lega-Movimento 5 Stelle gli stranieri irregolari presenti in Italia siano aumentati in maniera sensibile di numero.
Il primo a fare emergere questa impennata è stato Matteo Villa, un ricercatore Ispi che su Twitter ha pubblicato diverse tabelle che si basano sui dati forniti sul tema dal Ministero dell’Interno.
Si sarebbe passati così dai 551.494 del maggio 2018, ovvero il mese precedente dalla nascita del primo governo Conte, ai 638.904 di settembre 2019 che è stato il momento dell’insediamento del Conte bis non più sostenuto dalla Lega ma dal centrosinistra.
In questo periodo, l’aumento sarebbe stato quindi di 87.410 persone che non hanno le carte in regola per stare nel nostro Paese.
Il dossier “Pianeta immigrazione” realizzato da Centro studi e ricerche Idos, ha poi evidenziato come “dai 530.000 stranieri irregolari stimati a inizio 2018, si è calcolato che entro il 2020 possano arrivare a oltre 670.000”.
Entrambi gli studi quindi concordano sul netto aumento della presenza di stranieri irregolari sul nostro territorio, un dato che per certi versi può essere considerato incomprensibile alla luce della diminuzione degli sbarchi.
Flop decreto Sicurezza e pochi rimpatri
Uno dei punti più contestati del primo decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini è stato quello relativo alla protezione umanitaria, che sostanzialmente è stata abolita visto che la sua concessione ora è dettata soltanto da “casi speciali” come cure mediche, particolari calamità ambientali oppure per atti di particolare valore civile.
Da ottobre 2018, mese dell’entrata in vigore del decreto Sicurezza, fino a settembre 2019 sempre secondo il calcolo fatto da Matteo Villa in base ai dati del Viminale il provvedimento avrebbe prodotto 24.000 irregolari in più.
Tutto questo però non basterebbe a spiegare l’impennata degli ultimi mesi. Un’altra spiegazione sono i rimpatri fermi al palo, che con Salvini sono stati in media di 544 al mese contro i 577 sotto il governo Gentiloni.
Un flop questo del leader della Lega, che in piena campagna elettorale aveva promesso come “in Italia ci sono troppi immigrati, non vedo l’ora di vincere le elezioni per riempire gli aerei e riportarli a casa loro”.
Infine c’è anche un altro dato che non va sottovalutato. Nei primi sei mesi del 2019, quindi sempre con Salvini ministro, sono stati il doppio rispetto al 2018 gli stranieri intercettati nel tentativo di entrare in Friuli dalla Slovenia.
Questi però sono soltanto una parte di quelli che invece ce l’hanno fatta ad entrare in Italia non con i viaggi della speranza via mare, ma attraverso i confini terrestri visto che la famigerata rotta balcanica in realtà non è mai stata realmente chiusa.
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