Rischio scaffali vuoti nei supermercati. È questo il nuovo allarme lanciato poco prima dell’inizio dello sciopero dei trasporti. Quali sono i prodotti che rischiano di scomparire?
Scaffali vuoti? Gli effetti della guerra in Ucraina si fanno sentire, non solo sul gas e sul carburante, ma anche sul prezzo nei supermercati. Nell’ultimo mese, a partire dall’inizio di febbraio, abbiamo segnalato di volta in volta la sempre maggiore difficoltà a reperire beni di prima necessità a prezzi ragionevoli. Con l’inizio del conflitto, il 24 febbraio, i timori di molti si sono concretizzati: il costo record di benzina e diesel, l’aumento del costo del grano e dei prodotti che derivano da esso e, in generale, costi sempre più alti per le tasche degli italiani.
Il rischio degli scaffali vuoti nei supermercati non è ancora realtà, ma il timore che presto saremo costretti a rivivere un effetto pandemia nei supermercati si è già verificato in diversi luoghi. Così in Sardegna, dove la notizia dello sciopero dei trasporti per via dell’aumento del costo della benzina, ha spinto i cittadini a correre nei supermercati (10 marzo) e fare scorta di cibo in scatola, ma anche di farina, olio e olio di semi, acqua e latte.
Tutti bene che, come abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia, potrebbero sparire dagli scaffali dei supermercati in tempo di crisi. Una crisi che coinvolge, come abbiamo detto sopra, diversi settori e industrie, come quello alimentare. Secondo Federdistribuzione non c’è nulla da temere, infatti “le aziende sono impegnate a garantire la continuità dell’approvvigionamento”. Ma è davvero così?
Scaffali vuoti supermercati: cosa sta succedendo
I primi segnali di crisi hanno preceduto l’invasione dell’Ucraina, ma con l’inizio della guerra, in breve tempo, è diventato sempre più evidente come l’aumento del costo delle materie prime stava influendo sulle spese quotidiane, dalla benzina alla spesa.
Il 10 marzo in Sardegna si è verificato il primo caso di assalto ai supermercati. La notizia che ha scatenato il panico è stata quella delle proteste dei trasportatori per il caro carburante. Non solo quindi il prezzo del cibo è in rialzo per via della mancanza di materia prima, come il grano, i cereali e il mais (base dell’alimentazione degli allevamenti animali in Italia), ma anche per via dei ritardi e dei costi della distribuzione.
Distribuzione che si basa, ovviamente, sul prezzo del carburante. In questi giorni si è arrivati a toccare la cifra di 2,45 euro al litro per benzina e diesel. L’annuncio dello sciopero di due settimane, che inizierà il 14 marzo, serve per smuovere il Governo, ma ha sortito effetti, inevitabilmente, anche sulla popolazione.
Scaffali vuoti: quale cibo potrebbe mancare
Secondo Federdistribuzione non c’è il rischio di mancata distribuzione dei beni. La reperibilità dei prodotti dipende esclusivamente dalla popolazione che, allarmata, potrebbe correre a fare scorte. Un fenomeno che abbiamo giù visto accadere durante la pandemia. In quel caso e anche in questo, i beni più a rischio “sparizione” dagli scaffali sono:
- farina
- acqua
- mele
- latte e latte a lunga conservazione
- olio e olio di semi
- pasta
- pane
- cibo in scatola
E questo solo per quanto riguarda il settore alimentare. Potrebbe nuovamente verificarsi il problema della reperibilità di beni quali carta igienica e lievito.
Per evitare che questo rischio “scaffali vuoti” diventi realtà, sono stati diversi i supermercati che hanno iniziato a razionare l’acquisto di olio, farina e non solo. Per esempio a Firenze Unicoop permette di comprare un massimo di 4 confezioni di zucchero, olio e farina per ogni scontrino, mentre a Imperia l’Eurospin ha razionato l’olio di semi.
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