Scandalo Procure, al Csm indette elezioni suppletive

Elisabetta Scuncio Carnevale

13/06/2019

Le elezioni per sostituire due membri del Consiglio superiore della magistratura si terranno il 6 e il 7 ottobre

Scandalo Procure, al Csm indette elezioni suppletive

Il 6 e 7 ottobre si svolgerà l’elezione suppletiva di due componenti del Consiglio superiore della magistratura.

La decisione arriva dal capo dello Stato Sergio Mattarella nella sua qualità di presidente del Csm. La consultazione si è resa necessaria per garantire la sostituzione dei magistrati che hanno lasciato l’incarico dopo lo scandalo delle nomine pilotate.

Dimissioni Csm, indette elezioni suppletive

L’inchiesta, avviata da Perugia, sul caso Palamara (ex presidente dell’Anm indagato per corruzione) e su un incontro tra magistrati e politici ha sollevato un vero e proprio polverone. Tuttavia lo scioglimento anticipato del Csm, come richiesto da Forza Italia al presidente Mattarella, non ci sarà.

Dal Colle comunque annunciano un’altra novità: in attuazione di quanto previsto dalla legge 24 marzo 1958, n. 195, il presidente Sergio Mattarella ha provveduto a indire l’elezione suppletiva di due componenti magistrati. I due nuovi membri sostituiranno i magistrati che hanno presentato le proprie dimissioni.

Per Mattarella si tratta di un

“primo passo per voltare pagina e restituire alla magistratura prestigio e fiducia”.

La notizia arriva dopo che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, aveva firmato la richiesta di un procedimento disciplinare nei confronti dei consiglieri Paolo Criscuoli, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini rei di aver partecipato a incontri con l’ex pm di Roma Luca Palamara e il deputato Pd Luca Lotti, per pilotare le nomine nelle Procure.

A difendere gli esponenti politici del Pd coinvolti nella vicenda è il segretario Nicola Zingaretti che ricorda che ai suoi:

“non viene contestato alcun reato. Per questo, ogni processo sommario celebrato sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto”.

Poi tiene a sottolineare che il Pd non ha mai dato mandato a nessun esponente del partito di negoziare gli assetti degli uffici giudiziari.

“Dal punto di vista dell’opportunità politica il partito che ho in mente non si occupa di nomine di magistrati.”

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