Scuola gratuita sotto i 30mila euro: perché il tweet di Zingaretti potrebbe essere incostituzionale

Isabella Policarpio

15/07/2019

Zingaretti in un tweet propone la scuola gratuita per famiglie con reddito inferiore a 30mila euro. Tuttavia, secondo la Costituzione, l’istruzione pubblica deve essere gratuita per tutti. Ecco i dubbi di incostituzionalità.

Scuola gratuita sotto i 30mila euro: perché il tweet di Zingaretti potrebbe essere incostituzionale

Scuola gratuita, dall’asilo all’università, per gli alunni di famiglie con reddito annuo inferiore a 30mila euro. Questa la proposta Pd, a firma di Nicola Zingaretti, per arginare il fenomeno dell’allontanamento dei ragazzi dalla scuola.

La proposta è stata annunciata tramite un tweet, in cui il Segretario del partito ha dichiarato di voler azzerare i costi per la frequentazione dei corsi e delle spese correlate - come ad esempio i trasporti - per le famiglie economicamente più deboli.

Nonostante il nobile intento, non manca chi ha rilevato che prevedere la gratuità dell’istruzione pubblica solamente alle fasce di reddito più basse va contro il dettato costituzionale, nonché contro i principi dello Stato di diritto. Difatti, secondo la Costituzione, almeno l’istruzione obbligatoria deve essere gratuita per tutti i cittadini, quindi indipendentemente dal reddito dichiarato.

Vediamo, in maniera più dettagliata, cosa prevede la proposta di Zingaretti e perché per alcuni è incostituzionale.

Scuola gratuita per famiglie sotto i 30mila euro: perché il tweet di Zingaretti potrebbe essere incostituzionale

In queste ore sta facendo molto discutere la proposta di Nicola Zingaretti, Segretario del Pd, che in un tweet di sabato 13 luglio 2019, ha dichiarato di voler abbattere completamente i costi dell’istruzione pubblica, ma solo per le famiglie con reddito annuo inferiore ai 30mila euro:

“Noi vogliamo abbassare le tasse a chi guadagna meno, vogliamo investire sulla sostenibilità, vogliamo garantire la scuola gratis, dall’asilo all’università, alle famiglie con i redditi più bassi: è la nostra idea di futuro, una grande battaglia culturale per l’Italia.”

Sicuramente dietro questo tweet c’è il nobile intento di favorire la scolarizzazione alle classi economicamente più deboli e arginare il divario educativo rispetto agli altri Paesi europei, tuttavia non manca chi ha rilevato che l’idea di Zingaretti potrebbe essere considerata contro lo Stato di diritto e, addirittura, incostituzionale.

Chi sostiene questa tesi si riferisce al dettato dell’articolo 34 della Costituzione italiana, dove si legge che “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.”

Difatti, essendo l’istruzione “pubblica” la sua gratuità dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini, e non solo a quelli economicamente più svantaggiati.

Il dettato costituzionale continua dicendo anche che:

“I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”

Da quest’ultima parte dell’articolo 34 si evince che, in realtà, la nostra Costituzione prevede la gratuità dell’istruzione solamente in relazione della scuola dell’obbligo, mentre per i gradi più alti, solo i meritevoli (nel respetto dei criteri di reddito stabiliti) possono ottenere borse di studio o altre agevolazioni.

Dunque, ad detta delle forze di opposizione, la proposta di Zingaretti andrebbe ad eliminare il requisito del merito, poiché prevede che tutti gli studenti le cui famiglie dichiarano un reddito annuo inferiore a 30mila euro possano accedere all’istruzione gratuitamente, quindi anche se non meritevoli.

Si tratta, secondo alcuni, di una vera e propria violazione dello Stato di diritto, per mezzo della quale l’istruzione diventerebbe gratuita per una fascia limitata della popolazione, mentre per la restante parte le spese aumenterebbero notevolmente, anche per sopperire i costi di chi è esente.

Tuttavia, dopo un’attenta analisi, ci sembra prematuro dare un giudizio così assertivo, soprattutto in considerazione delle modalità in cui la proposta è stata annunciata (un tweet sul Social Network Twitter); avremo modo nei prossimi giorni di seguire gli sviluppi della vicenda e le eventuali spiegazioni e precisazioni da parte di Zingaretti.

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