Il Tribunale di Torino ha stabilito che a mensa i ragazzi potranno portare cibi cucinati in casa. Una sentenza storica che potrebbe cambiare il modo di mangiare nelle scuole italiane.
Nelle scuole italiane nella mensa gli studente hanno sempre mangiato quello che veniva preparato nelle cucine della scuola. Nessuno poteva portare cibo dall’esterno e ci si doveva accontentare di quello che veniva dato nel menù standard. Da oggi però le cose potrebbero cambiare radicalmente, dato che il Tribunale di Torino ha stabilito che i bambini possono portarsi nei refettori scolastici anche il panino preparato a casa.
La sentenza è stata resa nota poche ore fa e già in molti hanno cominciato a chiedersi se da adesso sarà possibile mandare i propri figli con il pasto preparato in casa. La questione è ormai assodata e il Miur non ha vinto questa battaglia, dal momento che il tribunale si è schierato a favore della mamme torinesi che avevano sollevato la questione.
Non tutti i bambini amano il cibo delle mense e molti rimangono digiuni per l’intera giornata non mangiando nulla delle portate della mensa.
Dando invece la possibilità ai genitori di cucinare il cibo e darlo ai propri figli si riuscirà a risolvere questa problematica. Inoltre sarà passibile per i genitori risparmiare i soldi che si spendono per il servizio mensa, che non tutti per di più possono permettersi.
Vediamo insieme cosa è successo e come potrebbe cambiare il sistema delle mense italiane dopo la decisione del tribunale.
Scuola, mense: il Tribunale decide che il pasto si può portare da casa
La sentenza arrivata poche ore fa offre la possibilità alle 58 famiglie, che avevano fatto richiesta, di dare ai propri figli il pasto preparato a casa. Il Tribunale di Torino ha infatti respinto il reclamo del Miur inviato per la sentenza di qualche giorno fa.
Il Tribunale aveva infatti deciso che i genitori potevano dare il pranzo (preparato a casa) ai bambini, che poi lo avrebbero consumato nelle mense comunali.
Il Ministero dell’Istruzione aveva però fatto notare che da questa sentenza potevano nascere dei problemi di organizzazione. Di conseguenza aveva inviato un reclamo formale, che è stato però respinto.
I genitori potranno quindi dare ai propri figli il pranzo da casa e il panino preparato da mamma diventa un diritto dell’alunno.
Il Presidente della Regione Piemonte si dice però preoccupato della situazione, dal momento che potrebbe portare delle serie ripercussioni. Chiamparino e l’assessore all’Istruzione, Gianna Penteneo, hanno affermato:
La Regione Piemonte ha già sottolineato in più occasioni il rischio che le sentenze della magistratura possano mettere in discussione l’universalità del servizio mensa e la funzione pedagogica, sociale e di educazione alimentare di cui è portatrice. Siamo fermamente convinti che il tema dei costi troppo elevati della ristorazione scolastica non possa essere affrontato smontando una conquista raggiunta negli anni.
Chiedono poi un confronto con il Ministro dell’Istruzione, dal momento che la questione ha preso un carattere nazionale che potrebbe cambiare il volto delle mense italiane.
Scuola, mense: in tutta Italia si può portare il pranzo da casa?
Le ripercussioni che la sentenza potrebbe avere sul sistema delle mense scolastiche è nazionale. Difatti potrebbero essere prese delle decisioni che permetteranno a tutte le mamme di cucinare il pasto per i propri figli, senza obbligo di aderire ai menù standard della mensa.
La sentenza dei Giudici potrebbe quindi portare ad una nuova sperimentazione del servizio mensa: un programma misto.
I bambini sarebbero tutti insieme seduti nel refettorio, ma si darà la possibilità ai genitori di decidere se aderire al servizio mensa oppure se preparare il pranzo a casa. Non si avrebbero, con questo tipo di “mensa mista”, problemi di nessun tipo, dal momento che i bambini mangerebbero insieme e socializzerebbero, ma non si rischierà più di avere alunni totalmente digiuni.
Adesso la decisione spetta però al Miur, che potrebbe ideare una sperimentazione per la mensa mista dal prossimo anno e provare a vedere in che modo aderirebbero i genitori.
Il problema sarebbe solo per i servizi di catering scolastico, che per le minori adesioni potrebbero decidere di alzare i prezzi, con conseguenti rincari sulle famiglie.
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