Scuole aperte o chiuse? È questo il dubbio che si presenta davanti all’aumento vertiginoso dei casi. A decidere questa volta saranno le Regioni. Ecco quali Regioni si sono mosse e cosa hanno deciso.
Scuole aperte o scuole chiuse: a deciderlo saranno le Regioni. È questa l’ultima novità in campo scolastico per l’Italia. Con i contagi che aumentano sempre di più ci si preoccupa per il rientro a scuola. Priorità assoluta però per la scuola in presenza, su questo Governo e Regioni sono allineate. Con le ultime norme del nuovo decreto sicurezza cambiano le regole per la quarantena per i vaccinati, e le Regioni vorrebbero trasferire questa flessibilità anche ai plessi scolastici: a seconda se l’alunno è vaccinato o no saranno previste regole diverse per l’isolamento.
Scuole aperte o chiuse a gennaio: la proposta delle Regioni
Allentare le quarantene anche per le scuole. È questa la proposta emersa durante la riunione del 31 dicembre tra i ministri Bianchi e Speranza e gli assessori regionali alla salute. Quarantene diverse quindi per gli studenti. Le Regioni hanno suggerito che con due studenti positivi in una classe, sia applicata l’autosorveglianza di 5 giorni per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni, con DAD, e test per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia rimarrebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone, anche per un solo caso positivo.
L’obiettivo è quindi sempre quello di poter garantire il più possibile l’attività scolastica in presenza, oltre a incentivare la vaccinazione della popolazione pediatrica. Le nuove norme suggerite per la scuola consentirebbero un ritorno in sicurezza, considerando l’andamento della curva epidemiologica, che vede coinvolti in specialmente gli studenti e le studentesse tra i 6-13 anni.
Scuole aperte o scuole chiuse a gennaio: decidono le Regioni
Decideranno quindi le Regioni se tenere le scuole aperte o chiuse a gennaio. Ogni Presidente di Regione potrà quindi declinare l’apertura a seconda della situazione epidemiologica che trova sul proprio territorio. Alcune Regioni hanno già varato ordinanze per le proprie scuole, non tutti hanno adottato la stessa linea. Ecco quali sono e cosa hanno deciso.
Screening di massa e apertura posticipata
Riapertura posticipata e screening per Abruzzo, Umbria e Marche. L’apertura delle scuole in Abruzzo slitta al 10 gennaio per sottoporre gli studenti ai test: uno screening di massa per controllare la situazione. Prima quindi i tamponi e poi le lezioni. Solo in questo modo la didattica in presenza potrà svolgersi in sicurezza. Dal 7 al 9 gennaio quindi ci sarà una campagna di screening nelle scuole di ogni ordine e grado, mediante la somministrazione di test antigenici rapidi.
L’Umbria si muove sulla stessa linea d’azione. La scuola torna in presenza. ma prima sarà necessario uno screening, in modo di evitare possibili focolai. La Giunta regionale ha quindi approvato il programma di somministrazione di test diagnostici antigenici rapidi, su base volontaria e gratuita, dal 1°-12 gennaio 2022, agli studenti. I test potranno essere eseguiti nelle farmacie che hanno aderito all’accordo con la Regione.
Anche le Marche puntano sullo screening. Ad Ancona è stato allestito il primo punto tamponi Drive-through della Marina Militare in Italia dedicato esclusivamente alla popolazione scolastica. Il punto potrà supportare non solo le scuole di provincia del Capoluogo ma delle altre province marchigiane. L’obiettivo rimane quello di evitare la didattica a distanza, a partire dai bambini dell’asilo, fino agli studenti universitari. Le prenotazioni potranno essere effettuate sulla piattaforma dell’Asur dove saranno inseriti i dati di refertazione. In caso di casi positivi, il tampone rapido sarà ripetuto a 5 giorni per l’intera classe. Ogni caso positivo dovrà essere confermato con il test molecolare, ripetuto prima del rientro in classe.
Scuole chiuse per consentire la vaccinazione
Adotta una soluzione diversa la Campania per gli alunni e le alunne delle elementari. Scuole chiuse per un mese per consentire la vaccinazione. Una prospettiva a lungo termine, che punta all’immunizzazione degli studenti, considerando che si osserva un netto aumento dei casi di contagio tra i ragazzi di età compresa tra i 6-13 anni.
La scelta della Regione Campania è stata sposata dal virologo lombardo Fabrizio Pregliasco: la posticipazione del rientro, come suggerito anche dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, potrebbe essere un intervento che andrebbe a mitigare la diffusione dei contagi. Lo stesso Pregliasco ha suggerito di posticipare il rientro di almeno una settimana, meglio due. Tempo prezioso per far decollare la campagna vaccinale per la fascia 5-11enni. Priorità quindi alla scuola in presenza, ma subordinata alla sicurezza dei più giovani, ancora molto esposti al virus.
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