Sea watch: l’ex capitano Pia Klemp rischia 20 anni di carcere

Isabella Policarpio

14 Giugno 2019 - 12:13

Sea watch: l’ex capitano, la tedesca Pia Klemp, rischia fino a 20 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione. Il processo si terrà in Italia.

Sea watch: l’ex capitano Pia Klemp rischia 20 anni di carcere

Sea watch: l’ex capitano Pia Klemp rischia la condanna a 20 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Italia.

L’inchiesta dovrà stabilire se l’ex comandante abbia collaborato con gli scafisti libici oppure sia un soccorritore umanitario.

Pia Klemp, 35 anni, di origine tedesca, ex capitano delle navi Iuventa e Sea watch-3, ha iniziato la carriera in mare 6 anni fa, portando in salvo diverse migliaia di profughi.

Subito dopo la diffusione della notizia, sul web è partita una petizione per spingere il Governo italiano a ritirare le accuse; l’hashtag #FreePia, in poche ore, è stato utilizzato da 85mila utenti.

Sea watch: l’ex capitano rischia 20 anni di carcere

Si chiama Pia Klemp, tedesca, 35 anni, l’ex capitano della Sea watch che adesso rischia 20 anni di carcere.

Su di lei pesa l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e, secondo le indiscrezioni del suo avvocato, potrebbe essere processata a breve in Italia, a seguito delle indagini portate avanti dai servizi segreti italiani.

Da circa 6 anni, Pia Klemp è operativa nelle operazioni di salvataggio dei migranti, prima sulla nave Iuventa e poi a bordo della Sea watch-3. In questi anni, ha salvato migliaia di migranti da morte certa, eppure questo sembra non bastare a scongiurare il processo.

I giudici italiani dovranno stabilire se si è trattato di soccorso in mare o di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, delitto per il quale la legge italiana prevede fino a 20 anni di carcere.

Reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: cosa si rischia?

Il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è previsto dall’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione del 1998, modificato nel 2002 dalla Legge Bossi-Fini.

Il dettato definisce favoreggiamento dell’immigrazione la condotta di chi:

“promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente.”

Mentre non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate nei confronti degli stranieri in stato di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato.

#FreePia l’hashtag contro la condanna

Dopo poche ore dalla diffusione della notizia, il web si è scatenato con l’hashtag #FreePia per protestare contro l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Nel giro di qualche ore, quasi 85mila persone hanno firmato l’appello per chiedere che l’Italia rinunci al procedimento penale nei confronti dell’ex comandante.

Tuttavia, almeno per il momento, il Governo sembra non voler cedere. Il processo dovrebbe svolgersi a breve e potrebbe avere pesanti conseguenze: fino a 20 anni di reclusione.

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