Punti di forza e punti di debolezza del Second Hand: perché lo si sceglie o non lo si sceglie?

JEBO

28 Febbraio 2022 - 10:00

Con la crescente urgenza di contrastare la crisi climatica e ambientale attraverso scelte di vita sostenibili, il Second Hand è un’alternativa a cui molte persone negli ultimi anni si sono avvicinate. Ma quali sono gli aspetti positivi e negativi di questo mercato?

Punti di forza e punti di debolezza del Second Hand: perché lo si sceglie o non lo si sceglie?

Quando parliamo di Second Hand Economy facciamo riferimento alla pratica di compravendita dell’usato in modo da prolungare la vita dell’oggetto che, altrimenti, finirebbe in discarica. Questo sistema può essere applicato a moltissime categorie di prodotti e servizi, dall’abbigliamento a strumenti elettronici fino a mezzi di trasporto come auto, moto o biciclette.

Uno dei motivi principali per cui sempre più persone partecipano attivamente a tale mercato è quello della salvaguardia ambientale. L’approccio iperconsumistico della società odierna, così come la sovrapproduzione estrema e lo sfruttamento eccessivo di risorse e suolo, hanno portato a un processo di degradazione ambientale che rappresenta ormai un problema insostenibile.

Il sistema economico, senza la compravendita dell’usato, è lineare: la produzione di un bene corrisponde a un rifiuto da smaltire, secondo lo schema “estrarre-produrre-usare-gettare”. Questo comportamento porta molto spesso a disfarsi degli oggetti, prima ancora che essi abbiano concluso il loro ciclo di vita.

È dunque necessario contrastare tale atteggiamento attraverso un meccanismo basato sul riutilizzo dei materiali, principio che sta alla base dell’economia circolare. L’obiettivo è di ridurre l’impiego di materie prime e utilizzare le merci più volte, attraverso il riciclaggio dei materiali, riducendo così la quantità di prodotti di scarto.

Passare a un’economia circolare e sostenibile è uno dei principali obiettivi che l’Unione Europea si è posta nell’ottica di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel piano d’azione per l’economia circolare, proposto nel 2020 e aggiornato con misure più restrittive a Febbraio 2021, l’industria tessile ha un ruolo incisivo: si stima che questo settore sia responsabile del 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile e del 10% delle emissioni globali di carbonio. Oltre a ciò, la strategia Ue per il tessile vuole affrontare anche la questione dei rifiuti che finiscono in discarica promuovendo il riutilizzo nel settore.

Nel passaggio a questo tipo di economia sostenibile, quindi, il mercato del Second Hand gioca un ruolo fondamentale e non è un caso che negli ultimi anni la pratica della compravendita dell’usato nel mondo della moda abbia avuto uno sviluppo consistente.

Il fascino per i vestiti di epoche passate è sempre stato presente, ma attenzione: Vintage e Second Hand non sono la stessa cosa. Se con il primo termine facciamo riferimento ad abiti – molto spesso pezzi unici provenienti dagli anni Venti fino agli anni Ottanta – che hanno acquisito valore con il tempo, per Second Hand intendiamo capi usati, anche recenti, che vengono venduti per un nuovo utilizzo.

I vantaggi del comprare vestiti di seconda mano sono numerosi. Tra di essi, uno dei motivi per cui molte persone si avvicinano a questo mercato è quello economico: comprando capi usati il prezzo scende notevolmente rispetto a quello di un capo nuovo.

D’altra parte, un limite può essere il timore da parte dell’acquirente di comprare un oggetto usurato o di qualità inferiore. Il rischio c’è, ma dobbiamo pure considerare che molto spesso i capi venduti sono la conseguenza di un acquisto non ragionato, per cui l’abito viene rivenduto proprio perché non sfruttato dal primo acquirente.

Il mercato del Second Hand offre un catalogo di articoli sempre più ampio, e nonostante possa risultare più difficile trovare ciò che cerchiamo, comprare vestiti di seconda mano è un ottimo modo per rinnovare il proprio stile.

Tra i giovani, quella di comprare e vendere vestiti usati, è diventata una pratica molto amata: oltre a frequentare mercatini dell’usato alla ricerca del pezzo perfetto, negli ultimi anni la partecipazione dei giovani alla compravendita dell’usato si è intensificata anche grazie all’utilizzo di piattaforme online che permettono di comprare e vendere vestiti direttamente da casa.

Ovviamente sono ancora molti i passi da fare verso una società che sia davvero sostenibile e persino il mercato del Second Hand ha davanti un cammino lungo da compiere per coinvolgere sempre più persone. Però, il fatto che tra i giovani sia sbocciato in maniera talmente dirompente, così come l’attenzione, il contributo e pure la rabbia che questa generazione pone nel sensibilizzare su queste tematiche, sono forti punti di partenza per proseguire in questa direzione.

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