Secondo Andrea Crisanti, con la riapertura delle discoteche si corre il rischio di avere fino a 30mila contagi al giorno se non sarà somministrata la terza dose di vaccino a tutta la popolazione.
Con la riapertura delle discoteche, se non sarà somministrata la terza dose a tutti, si rischia di avere fino a 30mila contagi e 150 morti al giorno, proprio come accaduto nel Regno Unito. È questa la previsione del professore di microbiologia all’università di Padova, Andrea Crisanti.
Negli scorsi giorni il Comitato Tecnico Scientifico si era detto favorevole alla riapertura delle discoteche, fissando la capienza al 35% al chiuso. Per l’esperto questa iniziativa comporta un grande rischio, a meno che le autorità sanitarie non abbiano intenzione di somministrare la dose aggiuntava di vaccino a tutta la popolazione e non solo ad alcune categorie di persone.
Senza la terza dose a tutti ci troveremo con 30mila contagi al giorno
“Iniziative come la riapertura delle discoteche sono giustificabili solo se le autorità sanitarie intendono estendere a tutti la somministrazione della terza dose, altrimenti rischiamo”. Sono queste le parole con cui Crisanti ha annunciato un possibile incremento dei contagi in Italia, sulla scia di quando successo nel Regno Unito.
Intanto nella giornata di ieri, nel corso del Consiglio dei ministri convocato a Palazzo Chigi, è stato deciso che le discoteche potranno tornare ad aprire a partire dall’11 ottobre. Il governo ha deciso inoltre di ampliare ulteriormente la capienza rispetto ai limiti fissati dal CTS, stabilendo che al chiuso possa entrare solo il 50% dei clienti, mentre all’aperto il 75%.
I criteri del green pass devono essere rivisiti
Per quanto riguarda il green pass Crisanti non ha dubbi: i criteri che permettono di ottenere la certificazione verde devono essere rivisti, dato che le norme anti Covid non saranno sufficienti per garantire una buona protezione contro il virus senza la somministrazione della terza dose di vaccino a tutta la popolazione:
“I vaccini attualmente prodotti conferiscono una protezione di 6/7 mesi dal contagio, ma dopo questo periodo si torna ad essere molto esposti all’infezione. Credo che alla luce di questo vadano rivisti anche i criteri del Green pass: oggi una persona che si è vaccinata 6/7 mesi fa è in grado di infettarsi e di trasmettere, ma con il certificato verde può accedere a molti luoghi. Penso che questo rischi di rivelarsi un errore”.
Secondo Crisanti “nei prossimi due o tre mesi”, la protezione di cui sta beneficiando adesso la popolazione italiana inizierà a scemare e in vista della stagione invernale l’esperto consiglia caldamente la somministrazione di una dose aggiuntiva, aggiungendo che “a questo proposito si pone anche un problema di natura etica: è giusto, ed è sostenibile, sacrificare in un anno decine di migliaia di vite di persone fragili per permettere agli altri di condurre la parvenza di una vita “normale”? Secondo me no, ma questo è un tema squisitamente politico e non più scientifico”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA