La Serie A riparte? Adesso tutto dipende dal premier Conte

Alessandro Cipolla

12/05/2020

Dopo che il Cts ha inviato le proprie linee guida alla Figc, la ripresa della Serie A si fa sempre più difficile nonostante le buone intenzioni sbandierate: a questo punto soltanto un intervento del premier Giuseppe Conte può salvare il massimo campionato.

La Serie A riparte? Adesso tutto dipende dal premier Conte

La Serie A ripartirà dopo lo stop forzato dovuto all’emergenza coronavirus? Mentre fino a qualche giorno fa le possibilità di un ritorno in campo apparivano essere come un classico coin flip, adesso invece verrebbe da scommettere su uno stop definitivo.

Se da un lato il governo ha acconsentito ad anticipare i tempi per la ripresa degli allenamenti individuali anche per gli sport di squadra, con quelli in gruppo che invece ricominceranno il 18 maggio, dall’altro le linee guida inviate dal Comitato tecnico scientifico alla Figc sembrerebbero rappresentare una pietra tombale sulle speranze di una ripartenza.

Tutta la squadra in quarantena per 14 giorni in caso di una positività, responsabilità penale dei medici e i test molecolari da svolgere non dovranno impattare sulla vita dei cittadini. Sono queste le condizioni “da considerarsi stringenti e vincolanti” in base alle quali la Figc dovrà aggiornare il proprio protocollo sanitario in precedenza giudicato insufficiente dal Cts.

Il problema è che la quarantena obbligatoria per tutta la squadra, non solo del positivo al coronavirus come avviene in Germania, andrebbe a creare possibili problemi a un calendario già di per sé frenetico, con il rischio concreto di non potere disputare tutti gli incontri previsti entro il 3 agosto come stabilito dalla Uefa.

In più ci sono i medici sportivi che sono sul piede di guerra vista la responsabilità penale che ricadrebbe solo sul loro capo, molti di loro sarebbero pronti a lasciare nel caso, oltre al fatto che soltanto la Juventus al momento avrebbe a disposizione una struttura idonea per svolgere i 15 giorni di ritiro assoluto al quale dovrebbero prendere parte giocatori, staff e addetti vari.

Solo Conte può salvare la Serie A?

La mossa dei ministri Spadafora e Speranza di passare ora la palla alla Serie A assomiglia un po’ a quegli inviti, rivolti a una persona che poco ci è simpatica, che vengono fatti soltanto perché siamo sicuri che questa non accetterà, ma che permettono di salvare le apparenze e di poter dire “io il mio l’ho fatto”.

Il pallone in Italia però non è soltanto uno svago, ma anche una delle industrie più importanti del Paese che al momento è con l’acqua alla gola: se non si riparte c’è il concreto rischio di una ecatombe anche tra i club della massima serie.

Sia ben chiaro che questa moria sarebbe solo in parte colpa del coronavirus, visto che i 2,4 miliardi complessivi di debiti delle squadre della Serie A sono stati fatti prima dello scoppio della pandemia.

Soltanto tornando in campo e incassando tutto il dovuto da parte delle TV questo circolo vizioso può continuare ad alimentarsi, altrimenti come ha detto il patron del Brescia Massimo Cellinoqui falliscono tutti”.

La Figc ha recepito le indicazioni del Comitato tecnico scientifico e adesso deve adeguare il proprio protocollo sanitario. Se le società di Serie A non troveranno un accordo a riguardo, a quel punto il governo non potrà fare altro che decretare lo stop definitivo.

A queste condizioni appare però difficile ripartire e ancora più complicato portare a termine il campionato, visto che in caso di anche una sola positività a quel punto sarebbe quasi impossibile disputare tutte le gare entro il 3 agosto.

L’unico che può salvare il calcio in questo momento è Giuseppe Conte. Soltanto un intervento diretto del premier, magari ammorbidendo in qualche modo le linee guida del Cts, potrebbe infatti garantire una ripresa della Serie A salvando tutta una baracca che altrimenti sarebbe a rischio bancarotta.

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