Gli indici PMI composito e dei servizi sotto la lente in Eurozona e nelle principali economie dell’area. I dati economici indicano una generale espansione, ma con rallentamenti. Tutti i risultati.
Giornata incentrata sui PMI composito e dei servizi di IHS Markit: sono stati rilasciati i dati sull’Eurozona e su singole economie della regione a moneta unica.
Dall’Italia alla Germania passando per la Francia, i risultati mettono in evidenza che la dinamica è espansiva, pur con dei rallentamenti rispetto al mese precedente.
Il settore terziario sembra in ripresa, ma con una perdita di slancio. Tutti i dati dei PMI composito e servizi di Eurozona, Francia, Germania, Italia.
Settore servizi in focus: PMI di settembre in Francia, Germania, Italia
Il Calendario Economico svela gli aggiornamenti degli indici PMI rilasciati da IHS Markit.
Nello specifico, per il mese di settembre, l’Italia mette a segno un 56,6 rispetto al precedente 59,1 per l’indice composito. Nel settore dei servizi, il risultato si attesta a 55,5, inferiore alle attese di 56,5 e al precedente 58,00.
In generale, l’espansione continua per il quinto mese consecutivo nel terziario. Tuttavia, confrontando i dati con i precedenti, lo slancio della ripresa si è indebolito.
In Francia, il PMI composito di settembre supera le attese e va a 55,3, in calo rispetto al precedente 55,9. Buona la performance dei servizi a 56,2, superiore alle attese di 56,00 e leggermente inferiore al precedente 56,3.
Per quanto riguarda la Germania, l’espansione si conferma sia per il PMI composito, a 55,5 e oltre le attese, sia per il settore servizi a 56,2. Il mese precedente quest’ultimo dato aveva raggiunto valore 60,00.
Eurozona: il terziario soffre per questi motivi
Con un PMI composito a 56,2 e l’indice dei servizi a 56,4 l’Eurozona conferma la ripresa, ma senza slancio.
Secondo il sondaggio di IHS Markit, infatti, un forte aumento dell’inflazione nell’area dell’euro inizia a farsi sentire sull’economia.
Lo slancio di crescita nel settore dei servizi della regione è frena a settembre rispetto al mese precedente, quando i prezzi al consumo sono balzati del 3,4% annuo, il massimo in 13 anni. Un indicatore di misurazione delle assunzioni è sceso al minimo di quattro mesi.
I servizi sono stati la forza trainante della ripresa dell’economia da quando sono stati revocate le restrizioni ad ampio raggio all’inizio dell’estate. Con la produzione frenata dalla stretta sulle catene di approvvigionamento, le prospettive economiche iniziano a deteriorarsi.
“I fornitori di servizi assistono a un marcato raffreddamento della crescita della domanda, che può essere meno facilmente spiegato dalle carenze...[piuttosto dal fatto] che i clienti sono scoraggiati dalle preoccupazioni sulla persistenza della pandemia e dai prezzi più alti, nonché da una certa moderazione della spesa dopo la riapertura iniziale dell’economia”, ha affermato Chris Williamson, economista di IHS Markit.
Da evidenziare, inoltre, che nel settore dei servizi, i costi degli input sono aumentati a settembre al tasso più rapido dalla metà del 2008. Secondo gli analisti, l’Eurozona continua a crescere, ma è in rallentamento in questo ultimo trimestre dell’anno.
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