Sigaretta elettronica: scatta l’allerta e-cig in Italia dopo i morti e i ricoveri per polmonite chimica registrati negli USA. È arrivato davvero il momento di preoccuparsi?
La sigaretta elettronica torna al centro dell’annoso dibattito “fa male oppure no”. Negli Stati Uniti sale il numero di morti per cause legate all’e-cig, tantissimi i casi di malattie polmonari. Così l’allarme polmonite chimica (o “Evali”) associata allo svapo è giunto anche in Italia, dove ci sono oltre un milione e mezzo di svapatori.
In questi giorni l’Istituto superiore della sanità ha diramato l’allerta 2 sulla sigaretta elettronica e inviato il documento al Ministero della Salute e agli assessori regionali. Gli esperti invitano a “vigilare sulla diffusione della grave malattia polmonare e delle gravi lesioni polmonari tra le persone che utilizzano prodotti per sigaretta elettronica segnalate in diversi Stati negli Usa”. Qui finora si sono registrati 26 morti e 1.300 casi di ricoveri per malattie potenzialmente connesse all’e-cig, facendo scattare un’indagine del Dipartimento USA per il controllo e la prevenzione delle malattie. Donald Trump ha persino promesso di voler vietare la sigaretta elettronica.
I ricoverati, per lo più giovani, hanno riportato sintomi come febbre, nausea, dolori al torace, tosse. Sebbene esistano studi che parlano di problemi respiratori e polmonari acuti legati allo svapo, ad oggi non abbiamo prove scientifiche sufficienti per ricondurre la causa esatta delle morti all’e-cig, né a un prodotto o a un dispositivo specifico.
La sigaretta elettronica fa male? L’Allerta 2 è grave? Dovremmo iniziare a preoccuparci davvero anche in Italia? Ecco le cose utili da sapere.
Allarme sigaretta elettronica: in Italia fa male?
Innanzitutto bisogna precisare che normative relative allo svapo e ai prodotti utilizzati in Europa sono diverse da quelle negli Stati Uniti, dove si sono registrati i casi di decessi e ricoveri. Non ci sono prove del fatto che da noi gli svapatori abbiano avuto le stesse reazioni acute alle sigarette elettroniche. A quanto sappiamo, in dieci anni si contano solo 60 casi su 1 milione e mezzo di svapatori che si sono rivolti al Ssn per problemi di allergie ai liquidi.
L’allerta di grado 2 sull’e-cig, quella intermedia, è stata emanata per prevenzione e invito a vigilare sui dispositivi e i prodotti commercializzati in Italia e sugli eventuali rischi per la salute.In Italia le regole per la produzione di liquidi per lo svapo sono fissate dal decreto attuativo 06/2016 che detta precise indicazioni sulle certificazioni dei prodotti, il dosaggio dei liquidi e le indicazioni d’uso, ponendo così alti standard qualitativi.
Da noi la vendita è vietata ai minori di 18 anni e ristretta solo ai negozi autorizzati; i liquidi per le sigarette elettroniche devono contenere solo ingredienti di elevata purezza ed escludere ogni sostanza che possa nuocere alla salute (fatta eccezione per quelli contenenti nicotina, la cui concentrazione massima consentita è pari a 20 mg/ml). Inoltre ogni contenitore può contenere al massimo 10 ml di liquido, e nessuno di questi può avere sostanze che hanno causato la polmonite chimica in America. Da noi infatti i liquidi, prima di essere venduti, vengono analizzati e i dati inviati al Ministero della Salute, e solo dopo 6 mesi viene approvato il loro ingresso sul mercato.
Insomma, il problema della sigaretta elettronica pericolosa o mortale sembra, ad oggi, essere limitato agli Stati Uniti dove circolano cartucce precaricate contenenti sostanze come THC, oli acetati e vitamina E. Non sono stati lanciati allarmi sulle sigarette elettroniche con liquidi contenenti nicotina.
Perché l’E-cig fa male
Le sigarette, si sa, fanno male alla salute poiché collegate all’aumento del rischio di cancro ai polmoni, problemi cardiaci e altri disturbi a livello polmonare. Da anni, con il boom dell’e-cig in tutto il mondo, si è diffusa la convinzione che la sigaretta elettronica faccia meno male della sigaretta tradizionale, poiché non brucia e non contiene tutte le sostanze chimiche presenti nella sigaretta tradizionale. Come spiegato dagli esperti, però, tutto ciò che finisce nei polmoni e non è aria pulita rappresenta una potenziale minaccia per la salute.
Al di là dell’ondata dei ricoveri e di questi sette casi di morti oltreoceano, poco ancora si sa dei danni collegati all’e-cigarette. L’idea condivisa è che, al momento, smettere di fumare o svapare siano l’unica alternativa ai rischi comprovati della sigaretta tradizionale. L’avanzamento degli studi e delle ricerche in materia farà luce sulla questione tanto dibattuta.
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