Un sondaggio politico di Bidimedia ha ipotizzato il nuovo Parlamento “tagliato” con il Brescellum, la lege elettorale presentata dalla maggioranza: il centrosinistra allargato al M5S sarebbe davanti al centrodestra, ma tutto dipenderebbe da Renzi e Calenda.
Se Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno tanto fretta di approvare la nuova legge elettorale un motivo ci deve pur essere. Basta infatti guardare il sondaggio politico di Bidimedia del 26 settembre per capire il motivo.
L’istituto ha infatti ipotizzato come potrebbe essere la nuova Camera non solo nella versione “light” dopo la netta vittoria del Sì al referendum, quindi con 400 deputati e non più 630, ma anche con il Brescellum come legge elettorale.
Il Brescellum è pronto ad approdare in Aula il prossimo 26 ottobre, ed è un sistema di voto puramente proporzionale con una soglia di sbarramento al 5% e diritto di tribuna. Se dovesse essere approvato, potrebbe sconvolgere tutti gli attuali schemi politici.
Il sondaggio infatti mostra come l’unione delle attuali forze che compongono la maggioranza di governo, sarebbe anche se di poco davanti al centrodestra e alla Camera otterrebbe 201 deputati.
Tutto però dipenderebbe da Matteo Renzi e Carlo Calenda e un loro possibile blocco centrista, che se si spostasse a destra andrebbe a capovolgere i rapporti di forza in favore di Salvini e soci.
Sondaggi: con il Brescellum giallorossi avanti
Stando a Bidimedia, con il Brescellum che nel sondaggio viene chiamato Germanicum che è la sua denominazione iniziale, si verrebbero a creare due listoni al fine di superare la soglia di sbarramento del 5%: uno dei vari partiti di sinistra (Liberi e Uguali e Verdi) e l’altro delle forze centriste (Italia Viva, Azione e +Europa).
La Lega è indicata sempre come il primo partito del Paese seguita dal Partito Democratico, mentre Fratelli d’Italia sarebbe nettamente davanti a un Movimento 5 Stelle che rischierebbe pericolosamente di scivolare verso il limite della doppia cifra.
La somma delle quattro liste riconducibili a un possibile blocco progressista (PD, 5 Stelle, sinistra e centro) arriverebbe al 48,5% dei consensi contro il 48,3% del centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia).
Il sondaggio ha poi ipotizzato anche la possibile composizione della Camera in versione 400 deputati: senza considerare anche le forze politiche regionali (SVP e UV) e il MAIE, questo centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle otterrebbe di un soffio la maggioranza con 201 deputati.
Tutto nelle mani di Renzi e Calenda
Questo scenario però non è di facile applicazione. Il proporzionale permette a ogni partito o listone di fare campagna elettorale per conto proprio, per poi stringere alleanze post-voto allo scopo di dare vita a una maggioranza di governo.
Stando così le cose, Matteo Renzi sarebbe l’autentico ago della bilancia insieme a Carlo Calenda e al possibile blocco moderato. Non è facile però ipotizzare i leader di Italia Viva e Azione scendere a patti con i 5 Stelle.
Soprattutto Calenda difficilmente potrebbe accettare questa eventualità, visto che se ne è andato dal PD proprio dopo la nascita del governo giallorosso, con i centristi che se guardassero a destra darebbero in base al sondaggio la maggioranza a Salvini.
Una situazione di stallo che sarebbe perfetta per Renzi: con il 6% avrebbe in mano il destino politico del Paese, con lo scenario più probabile che sarebbe quello di un governo dalle larghe intese, coinvolgendo pure pezzi del centrodestra, guidato magari da un tecnico.
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