Sorpresa Turchia: banca centrale taglia i tassi, crolla la lira

Violetta Silvestri

23 Settembre 2021 - 14:43

La banca centrale della Turchia spiazza tutti e taglia il tasso di riferimento. Erdogan ha vinto dopo estenuanti pressioni per un allentamento? Intanto, la lira affonda.

Sorpresa Turchia: banca centrale taglia i tassi, crolla la lira

Turchia: la banca centrale si è mossa con una riduzione dei tassi, spiazzando la maggioranza degli analisti.

La lira turca è scesa a un minimo storico dopo il taglio inaspettato, peggiorando la volatilità della lira a causa dell’elevata inflazione.

Non solo, la decisione della banca centrale ha messo a nudo quanto la lunga ombra proiettata da Erdogan sulla politica monetaria stia influenzando le scelte economiche e finanziarie del Paese.

E questa non è un’indicazione positiva per gli investitori. Tutti i dettagli sulla decisione della banca centrale in Turchia.

Cosa ha deciso sui tassi la banca centrale turca

L’istituto centrale turco ha ridotto il suo tasso chiave pronti contro termine a una settimana di 100 punti base al 18%. Tutti tranne uno dei 23 economisti intervistati da Bloomberg avevano previsto che il tasso di riferimento sarebbe stato mantenuto al 19%. C’è stata, quindi, una certa sorpresa all’annuncio della novità.

Secondo la comunicazione ufficiale:

“....l’attività economica interna rimane forte nel terzo trimestre, con l’aiuto di una robusta domanda esterna. L’accelerazione dell’introduzione della vaccinazione domestica facilita la ripresa dei servizi, del turismo e dei settori correlati, che sono stati colpiti negativamente dalla pandemia, e porta a una composizione più equilibrata dell’attività economica. Le condizioni favorevoli della domanda esterna e l’attuale restrizione della politica monetaria incidono positivamente sul saldo delle partite correnti.”

L’inflazione turca, occorre sottolineare, è salita inaspettatamente al 19,25% il mese scorso, spingendo il rendimento reale della nazione sotto lo zero per la prima volta da ottobre. Per questo non si attendevano cambiamenti di politica monetaria.

Tuttavia la banca centrale ha dichiarato che il recente aumento dei prezzi è stato guidato da fattori dal lato dell’offerta come un rialzo inflazionistico dei prodotti alimentari e delle importazioni e dai vincoli di offerta, nonché dalla crescita della domanda a seguito dell’allentamento delle restrizioni.

L’obiettivo sarà utilizzare tutti gli strumenti disponibili fino a quando indicatori forti non indicheranno un calo permanente dell’inflazione al target del 5%.

Lira turca crolla ancora

La valuta è crollata fino all’1,7% a 8,8017 dollari dopo che la banca centrale ha tagliato i tassi.

La lira turca si è indebolita di oltre il 15% rispetto al biglietto verde quest’anno ed è pronta per il nono deprezzamento annuale consecutivo.

La valuta nazionale ha mostrato tra le peggiori performance nei mercati emergenti per diversi anni consecutivi a causa in gran parte della scarsa credibilità della banca centrale.

Il deprezzamento, inoltre, alimenta ulteriormente l’inflazione a causa delle importazioni quotate in valute forti, compresa l’energia, quasi tutte di provenienza dall’estero.

Reuters ha riferito che i prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica dovrebbero aumentare il mese prossimo, il che eserciterebbe maggiore pressione sui prezzi turchi che ormai viaggiano a due cifre negli ultimi quattro anni.

Intanto, i titoli di Stato turchi denominati in dollari hanno subito forti flessioni e gli indicatori di volatilità sono aumentati.

Erdogan manovra la banca centrale?

Gli analisti non hanno dubbi: la mossa della banca centrale riflette la mano pesante di Erdogan sulla politica monetaria.

Gli investitori stranieri hanno scaricato le attività turche negli ultimi anni anche a causa delle preoccupazioni sull’indipendenza politica della banca centrale, dato che Erdogan ha estromesso i suoi ultimi tre governatori nell’arco di 20 mesi per disaccordi politici.

Autodefinitosi “nemico” dei tassi di interesse, il presidente turco ha detto a giugno di aver parlato con Kavcioglu della necessità di un taglio dei tassi ad agosto. Non accontentato in estate, ha pressato per la decisione di settembre.

Erdogan, il cui partito al potere AK per decenni ha basato il suo successo elettorale su rapidi livelli di crescita economica, predica la dottrina non ortodossa secondo cui i tassi di interesse più elevati stimolano i prezzi piuttosto che contenerli.

Quando l’economia è affondata durante la pandemia, il sostegno al suo partito è però diminuito. E tra gli strumenti per tornare in alto nei sondaggi c’è quello di guidare le scelte della banca centrale.

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