È allerta per un sottomarino nucleare russo nel Mediterraneo. Non è ancora giunta una conferma ufficiale, ma secondo la fonte il sottomarino Squalo sta monitorando le attività Nato in mare.
Un sottomarino nucleare russo si trova nel Mediterraneo. La notizia proviene da CovertShores, fonte ritenuta affidabile per quando riguarda le tematiche militari navali. Secondo quanto si apprende da CovertShores, il sottomarino non viaggerebbe in solitaria, bensì in compagnia di una flotta ben “armata”.
Il sottomarino nucleare - chiamato così per il motore a fissione e non per la presenza di missili nucleari a bordo - potrebbe essere quello conosciuto con il nome “Squalo”, cioè un battello d’attacco classe Akula lungo 110 metri e privo di missili con testata atomica.
Ci sono, sempre secondo la fonte sopra citata, almeno 10 mezzi militari navali nel Mediterraneo, alcuni più vicini alle coste siciliane di altri, come il sottomarino Squalo. L’ipotesi più gettonata è che i russi stiano monitorando le operazioni dei membri Nato, che in questi giorni era impegnata in esercitazioni a largo del porto di Taranto con tre portaerei: Truman, Charles De Gaulle e Cavour.
Al momento non è scattato nessun allarme e nessun’altra fonte ufficiale si è fatta avanti per confermare la presenza del sottomarino. Possiamo quindi immaginare che, se avvenuto, l’avvicinamento del sottomarino nucleare russo sia da classificare all’interno delle attività di monitoraggio. Anche se è lecito, e per nulla scontato, domandarsi quanto è alto il rischio di rimanere coinvolti in azioni ostili.
Sottomarino nucleare russo e non solo: cos’altro c’è nel Mediterraneo?
La notizia della presenza di un sottomarino nucleare russo nel Mediterraneo arriva da fonte non ufficiale. A diramare l’immagine su Twitter e sul loro sito sono stati i membri di CovertShores, esperti su tematiche militari navali. Secondo quanto è stato riportato il sottomarino in questione sarebbe il battello d’attacco classe Akula, lungo ben 110 metri. Tra la lunghezza e il suo nome (Squalo) è stato già ribattezzato “il megalodonte nel Mediterraneo”.
Il sottomarino non viaggia da solo e anzi è in ottima compagnia (Fig.1). Si porta dietro anche due incrociatori classe Slava, detti i killer di portaerei, due caccia, due fregate, una corvetta e due sottomarini convenzionali chiamati Khilo. Una pattuglia ben fornita e che avrebbe il compito di tenere sotto controllo, monitorare o anche fare pressione, tra il Mediterraneo, lo stretto del Bosforo e l’accesso al Mar Nero.
Come funziona un sottomarino nucleare?
Il sottomarino nucleare prende il suo nome dal motore che lo alimenta e non dalle testate nucleari che potrebbe trasportare. Almeno è questo il caso: il sottomarino russo vicino alle coste siciliane possiede un reattore nucleare a fissione per la propulsione.
Nel nocciolo sono presenti barre di controllo che, con il loro “movimento”, producono calore. Questo viene trasferito all’acqua sotto forma di pressione e portato a un sistema secondario sotto forma di vapore. Scorrendo nelle turbine, il vapore alimenta le batterie e produce energia.
Può sembrare pericoloso, ma non è affatto così. Il rischio, ovviamente non è mai pari a zero, ma un sottomarino nucleare possiede diverse e avanzati sistemi di sicurezza. Se colpito da un missile, la vasca d’acqua radioattiva è ben al sicuro e non rischia di rovesciarsi in mare. I vantaggi comunque superano di gran lunga i rischi. Infatti un sottomarino nucleare può avere energia per oltre un decennio, ma soprattutto non ha bisogno di emergere perché non necessita di aria.
Sottomarino nucleare russo nel Mediterraneo: quali rischi corriamo?
I rischi di un sottomarino nucleare non sono legati alla presenza di testate nucleari o alla rilascio di materiale radioattivo in acqua, quindi cos’è a preoccupare? I movimenti russi nel Mediterraneo non sono nuovi. Da anni infatti il controllo dei mari, una sorta di “colonizzazione delle acque”, è molto dibattuta.
In questi giorni però la presenza (se verificata) del sottomarino nucleare Squalo potrebbe essere legata alle esercitazioni delle portaerei dell’alleanza Nato a largo del porto di Taranto. Sono la Truman statunitense, la Charles De Gaulle francese e l’italiana Cavour.
Vladimir Putin ha parlato all’inizio di marzo di “esercitazioni in condizioni tempestose”, ma le presunte esercitazioni russe sono ormai ben note. I mezzi militari navali delle due fazioni si scrutano e monitorano, ma soprattutto rimangono pronti ad agire, a partire dalle basi Nato presenti nel Mediterraneo.
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