Stage alternanza scuola-lavoro: come funziona e chi è obbligato

Chiara Esposito

15 Febbraio 2022 - 00:07

Alternanza scuola lavoro: cos’è e quale scopo ha l’attività formativa introdotta della legge 107 del 2015 della «Buona Scuola».

Stage alternanza scuola-lavoro: come funziona e chi è obbligato

Alla luce dei recenti eventi di cronaca che hanno portato alla morte di ben due giovani studenti impegna nell’attività di alternanza scuola-lavoro ci si interroga sull’effettiva sicurezza dei luoghi che, secondo la legge, molti ragazzi e ragazze si trovano a frequentare per ampliare la propria esperienza formativa.

Prima di interrogaci sulla validità, o meglio, sulle modalità in cui questi periodi di stage dovrebbero essere svolti dagli alunni, rivediamo la natura stessa di questi tirocini, il loro scopo e soprattutto la loro organizzazione.

Partendo dalla conoscenza di base su cosa è realmente questa famigerata alternanza scuola-lavoro, potremo poi tirare le somme.

Alternanza scuola-lavoro: leggi e definizione del progetto

L’alternanza scuola-lavoro è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) ed è in linea con il principio della scuola aperta nonché regolata dagli articoli 33 e 43 dello stesso testo.

In particolare l’articolo 33 stabilisce la durata diversificata delle attività formative per i licei rispetto agli istituti tecnici. La differenza è basata sull’impianto stesso degli studi condotti dai ragazzi, più o meno strettamente professionalizzanti.

La ripartizione è la seguente e vede un monte ore complessivo da distribuire nel corso del triennio:

  • Alternanza scuola lavoro per i licei: 90 ore
  • Alternanza scuola lavoro per gli istituti tecnici: 150 ore
  • Alternanza scuola lavoro per gli istituti professionali: 210 ore

Come riporta l’apposita piattaforma governativa, i periodi di apprendimento specifico, anche se realizzati in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni, sono parte integrante del curricolo dello studente. Nonostante quindi sia preferibile far coincidere i tempi, lo studente potrebbe svolgere le attività in orari extracurricolari.

Ogni progetto, anche per questo specifico motivo, viene di volta in volta concordato tra allievo/a e scuola con il contributo della struttura ospitante che poi valuterà lo studente conferendogli un certificato delle competenze capace di attestare i livelli di apprendimento raggiunti al termine dell’esperienza di stage.

I parametri da rispettare durante il tirocinio sono indicati nel Piano formativo e, a conclusione dell’intero percorso, in sede d’esame orale, lo studente dovrà valutare la propria esperienza relazionando alla commissione sulle varie attività svolte nel corso dei tre anni.

L’alternanza è un obbligo?

Nelle ultime settimane si è tornato però a dibattere sulla questione dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro.

Secondo la legge infatti l’attività è un diritto e un dovere di tutti che gli studenti iscritti alla terza, quarta e quinta superiore. Non è possibile quindi non prendere parte ai progetti disposti dalle strutture scolastiche.

Come segnalato anche dal Miur è disponibile però una piattaforma on-line che ha sì lo scopo di far incontrare domanda e offerta, ma anche segnalare eventuali mancanze o negatività attraverso il bottone rosso messo a disposizione degli studenti. Non si otterrà l’esenzione dall’attività bensì una ridefinizione del proprio piano, ma c’è comunque un margine di intervento.

Il senso dell’Alternanza

L’Alternanza scuola-lavoro è, in poche parole, un piano formativo che si esplicita in una modalità didattica innovativa secondo la quale, attraverso l’esperienza pratica, le istituzioni scolastiche aiuterebbero concretamente a consolidare le conoscenze acquisite in aula.

Il valore fondante di queste esperienze consisterebbe nel «testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti» in modo da potenziare il valore formativo del proprio percorso di studio così come, in vista del futuro lavorativo, fornire a tutti i giovani i primi mezzi per l’orientamento professionale in linea con il loro piano di studi.

L’introduzione di questi percorsi aspira a concretizzare un vero e proprio cambiamento nel paradigma culturale italiano che, da sempre, viene criticato per l’estrema discrepanza tra vita accademica e lavorativa.

Lo stato di alienazione sociale in cui vive la scuola sotto certi versi può essere superato, secondo l’ottica dei promotori della legge, grazie alla congiunzione stabilita tra il mondo delle aziende e quello degli istituti; un dialogo proficuo che, se portato avanti nel rispetto del singolo, potrebbe davvero rivelarsi utile per la formazione dei lavoratori del domani.

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