Alternanza scuola lavoro: cos’è e quale scopo ha l’attività formativa introdotta della legge 107 del 2015 della «Buona Scuola».
Alla luce dei recenti eventi di cronaca che hanno portato alla morte di ben due giovani studenti impegna nell’attività di alternanza scuola-lavoro ci si interroga sull’effettiva sicurezza dei luoghi che, secondo la legge, molti ragazzi e ragazze si trovano a frequentare per ampliare la propria esperienza formativa.
Prima di interrogaci sulla validità, o meglio, sulle modalità in cui questi periodi di stage dovrebbero essere svolti dagli alunni, rivediamo la natura stessa di questi tirocini, il loro scopo e soprattutto la loro organizzazione.
Partendo dalla conoscenza di base su cosa è realmente questa famigerata alternanza scuola-lavoro, potremo poi tirare le somme.
Alternanza scuola-lavoro: leggi e definizione del progetto
L’alternanza scuola-lavoro è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) ed è in linea con il principio della scuola aperta nonché regolata dagli articoli 33 e 43 dello stesso testo.
In particolare l’articolo 33 stabilisce la durata diversificata delle attività formative per i licei rispetto agli istituti tecnici. La differenza è basata sull’impianto stesso degli studi condotti dai ragazzi, più o meno strettamente professionalizzanti.
La ripartizione è la seguente e vede un monte ore complessivo da distribuire nel corso del triennio:
- Alternanza scuola lavoro per i licei: 90 ore
- Alternanza scuola lavoro per gli istituti tecnici: 150 ore
- Alternanza scuola lavoro per gli istituti professionali: 210 ore
Come riporta l’apposita piattaforma governativa, i periodi di apprendimento specifico, anche se realizzati in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni, sono parte integrante del curricolo dello studente. Nonostante quindi sia preferibile far coincidere i tempi, lo studente potrebbe svolgere le attività in orari extracurricolari.
Ogni progetto, anche per questo specifico motivo, viene di volta in volta concordato tra allievo/a e scuola con il contributo della struttura ospitante che poi valuterà lo studente conferendogli un certificato delle competenze capace di attestare i livelli di apprendimento raggiunti al termine dell’esperienza di stage.
I parametri da rispettare durante il tirocinio sono indicati nel Piano formativo e, a conclusione dell’intero percorso, in sede d’esame orale, lo studente dovrà valutare la propria esperienza relazionando alla commissione sulle varie attività svolte nel corso dei tre anni.
L’alternanza è un obbligo?
Nelle ultime settimane si è tornato però a dibattere sulla questione dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro.
Secondo la legge infatti l’attività è un diritto e un dovere di tutti che gli studenti iscritti alla terza, quarta e quinta superiore. Non è possibile quindi non prendere parte ai progetti disposti dalle strutture scolastiche.
Come segnalato anche dal Miur è disponibile però una piattaforma on-line che ha sì lo scopo di far incontrare domanda e offerta, ma anche segnalare eventuali mancanze o negatività attraverso il bottone rosso messo a disposizione degli studenti. Non si otterrà l’esenzione dall’attività bensì una ridefinizione del proprio piano, ma c’è comunque un margine di intervento.
Il senso dell’Alternanza
L’Alternanza scuola-lavoro è, in poche parole, un piano formativo che si esplicita in una modalità didattica innovativa secondo la quale, attraverso l’esperienza pratica, le istituzioni scolastiche aiuterebbero concretamente a consolidare le conoscenze acquisite in aula.
Il valore fondante di queste esperienze consisterebbe nel «testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti» in modo da potenziare il valore formativo del proprio percorso di studio così come, in vista del futuro lavorativo, fornire a tutti i giovani i primi mezzi per l’orientamento professionale in linea con il loro piano di studi.
L’introduzione di questi percorsi aspira a concretizzare un vero e proprio cambiamento nel paradigma culturale italiano che, da sempre, viene criticato per l’estrema discrepanza tra vita accademica e lavorativa.
Lo stato di alienazione sociale in cui vive la scuola sotto certi versi può essere superato, secondo l’ottica dei promotori della legge, grazie alla congiunzione stabilita tra il mondo delle aziende e quello degli istituti; un dialogo proficuo che, se portato avanti nel rispetto del singolo, potrebbe davvero rivelarsi utile per la formazione dei lavoratori del domani.
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