Stage non pagati, il via libera dall’Europa: le novità

Luna Luciano

20/02/2022

L’Ue si schiera con i giovani e approva la risoluzione per rafforzare il loro ruolo nel mondo del lavoro, ma boccia gli emendamenti per vietare tirocini e stage non retribuiti: ecco le novità.

Stage non pagati, il via libera dall’Europa: le novità

Dalla parte dei giovani”, ma senza sostenerli concretamente con delle politiche adeguate. Il Parlamento Europeo ha condannato lo sfruttamento giovanile nel mondo del lavoro, approvando una risoluzione per rafforzare il ruolo dei giovani europei. Eppure, lo stesso Parlamento ha bocciato gli emendamenti che chiedevano d’imporre il divieto per stage e tirocini non retribuiti.

In Italia, come nel resto dell’Europa, gli apprendistati e gli stage non retribuiti o sottopagati sono ormai l’orizzonte lavorativo che si apre davanti ai giovani che entrano nel mondo del lavoro. Ore e ore di vero e proprio sfruttamento. È necessario, dunque, approfondire la questione. Ecco tutte le novità sulla risoluzione e gli emendamenti bocciati e qual è la situazione dei giovani lavoratori in Italia.

Stage non pagati: l’Ue condanna lo sfruttamento dei giovani

Non esistono ancora adeguate tutele per il lavoro dei giovani in Europa. È questa la conclusione a cui è giunto il Parlamento europeo. Lo scorso giovedì, la plenaria ha votato una risoluzione dal titolo “Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia” approvandola con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astensioni.

Nella proposta della risoluzione si può chiaramente leggere come l’Ue abbia l’obiettivo di ridurre la disoccupazione di lunga durata, nello specifico quella giovanile, “almeno del 50% entro il 2030”, chiedendo uno strumento di garanzia che comprenda dei criteri per la creazione di posti di lavoro di qualità, “in linea con l’obiettivo n.8 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile”.

Sfruttamento giovanile, l’Ue boccia il divieto agli stage gratuiti

L’Europa ha perso l’opportunità di poter realmente compiere un passo in avanti nelle politiche lavorative giovanili. Pur dichiarando di essere contrario allo sfruttamento giovanile nel mondo del lavoro, sono stati bocciati due emendamenti, il 3 e il 14, che chiedevano di vietare i tirocini e gli apprendistati non remunerati. I due emendamenti sono stati proposti rispettivamente dal gruppo socialista e dai Verdi. Solo 293 sono stati voti favorevoli, contro 26 astensioni e 377 contrari, in particolare le destre: popolari (PPE), liberali (RE), conservatori (ECR) e sovranisti (ID) e una parte dei non iscritti.

Nel testo della risoluzione approvata rimane evidente la condanna alla pratica dei tirocini non retribuiti, e nel testo l’Unione ha chiesto a Bruxelles di “proporre un quadro giuridico comune volto a garantire un’equa retribuzione per i tirocini e gli apprendistati al fine di evitare le pratiche finalizzate allo sfruttamento”. Appare quindi ironicamente ossimorico come siano stati bocciati propri i due articoli che potevano di fatto vietare una pratica che costringe i giovani in condizioni di sfruttamento continuo. Proprio nell’anno europeo dei giovani l’Europa salta l’appuntamento, non trovando una vera e propria soluzione a un problema che affligge i giovani

Stage non pagati: qual è la situazione in Italia?

Ancora una volta la politica fa proprie le istanze delle nuove generazioni senza però andare alla radice del problema. In Italia, come in Europa, i “giovani” sono uno dei temi preferiti e caldi dei partiti durante le campagne elettorali e la propaganda politica, ma nei fatti, durante la stesura della legge di bilancio e dei provvedimenti, i giovani sono sempre tra gli ultimi nella definizione degli obiettivi delle politiche messe in atto. E le politiche del lavoro ne sono un esempio lampante.

In Italia la normativa vigente per i tirocini curricolari non prevede alcuna forma obbligatoria di retribuzione, né di rimborso spese. Al momento non esiste nemmeno un censimento nazionale o provinciale su tale questione. Gli ultimi dati provengono da una ricerca condotta dalla Repubblica degli stagisti che nel 2020 ha calcolato un numero di tirocini curricolari attivi (mentre si è iscritti a un percorso formativo) tra i 150mila-200mila all’anno.

Una fotografia preoccupante del mondo del lavoro in Italia, dato che la maggior parte di questi tirocini non è pagato, o viene offerto un rimborso spese irrisorio, che non basta a coprire nemmeno le spese per gli spostamenti. Per non parlare poi di quei lavori offerti ai giovani dove la paga è minima, motivo per cui non possono ancora avere una propria indipendenza economica.

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