Si concluderanno domenica gli Stati generali del Movimento 5 Stelle: chi interverrà, cosa verrà deciso e il responso dei sondaggi fatti in merito a questa assemblea che potrebbe cambiare per sempre i pentastellati.
Sono in dirittura di arrivo gli Stati generali del Movimento 5 Stelle, l’appuntamento molto atteso nell’universo grillino per capire come andare avanti dopo l’addio lo scorso gennaio di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico.
Causa la pandemia da coronavirus, gli Stati generali inizialmente previsti in primavera sono stati rinviato a questo autunno, mentre sempre per il Covid adesso anche l’assemblea finale è slittata di una settimana.
Dopo gli incontri territoriali e quelli regionali, con il consueto voto su Rousseau sono stati stabiliti i 30 iscritti che interverranno al dibattito pubblico conclusivo.
Il momento finale a carattere nazionale, inizialmente previsto per il 7 e 8 novembre, si terrà il 14 e 15 novembre con una settimana di ritardo per “poter predisporre la modalità telematica che consenta ai tavoli di lavoro di potersi confrontare approfonditamente”.
Stati generali Movimento 5 Stelle: cosa si decide?
Nonostante l’aumento dei casi di coronavirus in tutto il Paese, gli Stati generali del Movimento 5 Stelle già rinviati proprio a causa del Covid si sono svolti ugualmente anche se il momento finale sarà in modalità telematica.
Così su un post sul Blog delle Stelle il reggente Vito Crimi ha presentato quelli che saranno gli Stati generali.
Ci confronteremo sugli obiettivi che vogliamo realizzare nel prossimo futuro e sull’agenda per il Paese. La nostra agenda e quella dell’Italia sono una cosa sola. Torneremo sulle battaglie che abbiamo affrontato da “pionieri”, quelle vinte e quelle da portare a termine, e dovremo definire nuovi e più ambiziosi traguardi. Discuteremo di tutto questo partendo dalla consapevolezza che molti dei risultati raggiunti in questi anni sono stati possibili solo grazie al nostro impegno, alla nostra tenacia, alla nostra voglia di perseguire quegli obiettivi insieme, fianco a fianco, aiutandoci l’un l’altro per superare le difficoltà che abbiamo incontrato sul nostro cammino.
In verità il clima all’interno del Movimento 5 Stelle sembrerebbe essere molto meno idilliaco. Le recenti debacle elettorali hanno lasciato un segno profondo, al pari del passaggio dal governo in tandem con la Lega all’attuale con il centrosinistra.
Sarà questo di conseguenza il momento di confronto tra le varie correnti che animano il Movimento, oltre al luogo in cui si andranno a stabilire le regole per determinare la futura governance dei 5 Stelle.
La spaccatura a riguardo appare profonda. Da una parte ci sarebbero Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista che, tramite un voto su Rousseau, vorrebbero eleggere il nuovo capo politico come fatto in precedenza.
Dall’altro lato invece Beppe Grillo e Luigi Di Maio vorrebbero una gestione collegiale del Movimento, con una sorta di direttorio e una più capillare organizzazione dei 5 Stelle in tutto il territorio nazionale.
La partita più scottante appare comunque essere quella sul vincolo dei due mandati, regola che Di Battista vorrebbe non modificare mentre, gli immancabili rumors, indicano che molti dei parlamentari alla seconda legislatura vorrebbero al contrario una proroga.
Nel corso dell’assemblea pubblica di domenica 15, prenderanno la parola tutti i big del Movimento: da Luigi Di Maio ad Alessandro Di Battista e Paola Taverna, fino al ministro Lucia Azzolina e al Presidente della Camera Roberto Fico.
I sondaggi
Immancabili come sempre, negli ultimi giorni ci sono stati due sondaggi che in qualche modo hanno provato a capire quello che è l’umore degli elettori del Movimento 5 Stelle in vista di questi Stati generali.
Lo scorso 19 ottobre l’istituto Swg ha diramato un sondaggio dove si chiedeva chi dovesse essere il prossimo leader del Movimento 5 Stelle. Con il 32% è stato Giuseppe Conte il più votato dagli attuali elettori pentastellati, mentre Alessandro Di Battista con il 21% sarebbe in testa tra gli ex elettori.
Sempre Swg ha poi posto la stessa domanda senza però che in campo ci fosse il premier Giuseppe Conte. In questo caso, Luigi Di Maio con il 29% sarebbe il preferito tra gli elettori, mentre Roberto Fico con il 17% supererebbe di poco Alessandro di Battista tra gli ex elettori.
Un successivo sondaggio realizzato invece da Lab21, ha “pesato” quello che potrebbe essere l’impatto sullo scenario politico di un nuovo partito guidato da Luigi Di Maio.
Stando all’indagine, un partito del genere prenderebbe al momento il 9,2% dei voti, provenienti la gran parte dal Movimento 5 Stelle che così verrebbe letteralmente svuotato.
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