Le ultime indiscrezioni ci dicono che lo stato d’emergenza non verrà rinnovato dopo il 31 luglio (contagi permettendo). Cosa significa?
La situazione sul fronte Covid sta migliorando e gli esperti - chi più e chi meno - ritengono che la fase critica sia ormai alle spalle e che anche in autunno, grazie ai vaccini, non dovremo temere nuovi picchi. A questo punto, che senso ha mantenere ancora lo stato d’emergenza?
In scadenza il prossimo 31 luglio, per lo stato d’emergenza una nuova proroga sembrava essere una formalità; tuttavia, visti gli ultimi sviluppi, sembra che il Governo stia prendendo seriamente in considerazione la possibilità di far cessare lo stato d’emergenza in piena estate, non attuando alcuna proroga.
Ovviamente ciò dipenderà dalla situazione delle prossime settimane: tutto lascia pensare a un miglioramento - con tutta Italia che per quella data potrebbe essere in zona bianca - ma in questi mesi abbiamo imparato che con la pandemia non bisogna dare nulla per scontato. Ma se le previsioni dovessero concretizzarsi, allora ci sarebbero buone possibilità di dire presto addio allo stato d’emergenza.
Fine dello stato d’emergenza il 31 luglio
Ancora un mese e mezzo, o poco più, e potremo dire addio allo stato di emergenza, o almeno queste pare siano le intenzioni del Governo Draghi.
Un primo passo verso il ritorno alla normalità, un chiaro segnale agli italiani che da tempo sperano nella fine dello stato d’emergenza, visto da molti come il vero grande ostacolo da superare per la fine delle restrizioni.
In realtà, è importante sottolineare che la fine dello stato d’emergenza non significa ritorno immediato alla normalità e fine delle restrizioni.
Cosa cambia se lo stato d’emergenza cessa il 31 luglio
Come spiegato da Repubblica, il Governo sta sì riflettendo sulla possibilità di non rinnovare lo stato d’emergenza dopo il 31 luglio, ma allo stesso tempo non intende mettere in discussione né la posizione del commissario per l’emergenza, il generale Figliuolo, né tantomeno le restrizioni necessarie per scongiurare un nuovo picco di contagi.
La fine dello stato d’emergenza sarà un primo segnale di normalità, ma bisognerà ancora fare dei passi avanti per sperare in un effettivo ritorno ai tempi pre pandemia.
Per questo motivo sarà molto importante il ruolo di Francesco Figliuolo, con il commissario straordinario che resterà al suo posto, indipendentemente da quella che sarà la decisione presa sullo stato d’emergenza, almeno fino al 31 dicembre 2021.
Bisognerà completare la campagna di vaccinazione e - in base a quelle che saranno le varianti che saranno predominanti in autunno - programmare una terza dose di richiamo. Compito di Figliuolo in questi mesi sarà quello di passare da una vaccinazione d’emergenza a una di tipo ordinario: per questo motivo, nei prossimi mesi verranno anche dismessi i vari hub vaccinali con i medici di famiglia che dovrebbero occuparsi della somministrazione delle varie dosi.
Detto questo, pur non rinnovando lo stato d’emergenza sarà necessario un intervento del Governo con una norma ad hoc che riconosca la legittimità della struttura guidata da Figliuolo. Questa, infatti, si regge proprio sullo stato d’emergenza: senza di questo non ci sarebbe appiglio normativo per mantenere in piedi la struttura commissariale.
Una situazione che il Governo Draghi potrebbe appunto risolvere approvando una norma che vada a prorogare la sola posizione del generale Figliuolo, dando dunque almeno un segnale di speranza.
Con la fine dello stato d’emergenza cessano le restrizioni?
Per lo stesso motivo, non dobbiamo aspettarci una netta interruzione delle restrizioni con la fine dello stato d’emergenza.
Per un ritorno alla normalità bisognerà procedere per gradi, con l’obbligo della mascherina (almeno al chiuso) e il rispetto del distanziamento sociale che potrebbero restare in vigore almeno per tutto il 2021.
Anche per la fine delle restrizioni, comunque, bisognerà vedere quale sarà il decorso della pandemia e se il rischio varianti che potrebbero “bucare” il vaccino verrà scongiurato.
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