Supply chain sotto stress anche nel 2022? Le previsioni

Violetta Silvestri

09/12/2021

Le strozzature delle catene di approvvigionamento hanno caratterizzato il 2021: cosa accadrà l’anno prossimo? Previsioni e analisi su uno dei temi cruciali per il commercio 2022 e per l’inflazione.

Supply chain sotto stress anche nel 2022? Le previsioni

Il 2021 è stato contrassegnato dalla grave crisi delle catene di approvvigionamento in tutto il mondo.

Un fenomeno importante che ha causato colli di bottiglia nell’offerta di merci globali e ingorghi di navi in porti strategici, con le conseguenze di costi del nolo contnainer alle stelle, beni bloccati e non disponibili negli scaffali, domanda più forte dell’offerta e prezzi in rialzo.

Lo stress delle supply chain è stato menzionato da banche centrali ed economisti come uno dei motivi scatenanti l’impennata inflazionistica. Per questo, ci si chiede se il 2022 sbloccherà le tradizionali vie del commercio globale.

Cosa accadrà l’anno prossimo alle catene di approvvigionamento mondiali?

Catene di approvvigionamento alla prova: quale situazione?

Le interruzioni della catena di approvvigionamento globale potrebbero continuare fino alla seconda metà del prossimo anno, ha affermato l’assicuratore del credito commerciale Euler Hermes su Cnbc.

Nuovi focolai di virus, la politica cinese zero-Covid e la prevista volatilità del commercio durante il capodanno lunare potrebbero favorire ancora la crisi.

Le misure per contenere il Covid-19 possono influenzare le operazioni di produzione e spedizione, esacerbando la difficoltà in atto delle supply chain. Gli analisti avevano precedentemente avvertito che la nuova variante, Omicron, potrebbe infliggere un altro colpo alle catene di approvvigionamento.

I colli di bottiglia logistici, al momento, sono la causa del 25% della contrazione del volume di commercio mondiale.

In questo scenario, cosa prevedere nel 2022?

Crisi delle supply chain nel 2022: previsioni

Il caos della catena di approvvigionamento potrebbe allentarsi nella seconda metà del 2022 per tre motivi, stando al rapporto di Euler Hermes.

In primis, lo studio ha osservato che mentre i risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia non sono stati esauriti, la domanda si normalizzerà gradualmente.

La spesa delle famiglie verso i beni (durevoli) piuttosto che i servizi, nel contesto del coprifuoco e dei blocchi, dovrebbe essere molto più tiepida in futuro. In particolare, nelle economie avanzate, le famiglie si stanno muovendo verso un consumo sostenibile e il ciclo di sostituzione dei beni acquistati durante la pandemia è di almeno alcuni anni.

Il picco della domanda, quindi, dovrebbe essere raggiunto.

In secondo luogo, dopo aver ridotto le scorte all’inizio del 2020, i produttori si sono affrettati a rifornirsi per far fronte al rimbalzo senza precedenti della domanda, afferma il rapporto. “La buona notizia è che l’urgenza di rifornire ha chiaramente raggiunto il picco negli ultimi mesi... e il livello delle scorte è già al di sopra delle medie a lungo termine pre-crisi nella maggior parte dei settori” ha affermato.

Infine, il costo della spedizione potrebbe rimanere elevato il prossimo anno, ma la capacità è destinata ad aumentare man mano che gli ordini globali di nuove navi portacontainer raggiungeranno livelli record, pari al 6,4% della flotta esistente, ha affermato Euler Hermes.

Le quattro P della crisi della filiera

Un’altra interessante analisi di focalizza su aspetti ancora critici nel 2022.

Sridhar Tayur, professore di gestione delle operazioni presso la Tepper School of Business della Carnegie Mellon University, ha affermato che il futuro della crisi dipende da queste 4 P: prezzi, prodotti, persone e politica.

Nel dettaglio, la disponibilità del prodotto continuerà ad essere difficile, specialmente per semiconduttori e per gli articoli che li richiedono come componenti. Poi, i prezzi delle forniture continueranno ad essere alti, e potrebbero anche aumentare in alcune materie prime, e le aziende probabilmente dovranno trasferirne una parte ai propri consumatori.

La carenza di persone (manodopera), a causa di nuove opportunità che assorbono i talenti esistenti, nonché la mancanza di adeguate competenze continuerà a essere un problema per l’offerta di beni.

Infine, le decisioni politiche relative a inflazione, regole commerciali delle multinazionali e immigrazione (sia ad alta che a bassa qualificazione) avranno un impatto considerevole.

E poi, come sottolineato da Swapnil Jain, amministratore delegato della società di call center Observe.AI, “l’indisponibilità del prodotto a causa di problemi in corso nella catena di approvvigionamento avrà un impatto negativo sulla fedeltà e sulla fiducia dei consumatori nel 2022 e oltre.”

L’anno che verrà potrebbe ancora presentare gli strascichi di una crisi delle catene di approvvigionamento che è stata importante nel 2021.

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