TIM e KKR hanno siglato la partnership propedeutica all’acquisizione di Open Fiber e, quindi, alla creazione di un unico player della banda ultra-larga in Italia
È ormai realtà l’accordo fra TIM e il fondo di private equity KKR, e con esso si avvicina sempre di più la possibilità di una risoluzione dello stallo sulla banda ultra-larga in Italia. Con un annuncio nella serata di giovedì, il principale operatore di telefonia italiano ha annunciato la scelta di KKR come partner esclusivo per lo sviluppo nel settore.
Obiettivo è l’acquisto di Open Fiber, partecipata di Enel e Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima è anche un investitore chiave di TIM con una quota del 10%.
TIM spera che la partnership con KKR sia propedeutica all’acquisto di Open Fiber
È dall’estate dell’anno scorso che si parla di una possibile acquisizione di Open Fiber, ma le due parti hanno avuto difficoltà a trovare un accordo. Si ritiene che la partnership con KKR possa fornire al CEO di TIM Luigi Gubitosi una leva più forte nelle trattative. Da tempo la società era alla ricerca di un partner ideale.
Il manager ha più volte ribadito che la combinazione con Open Fiber è la soluzione più efficiente per dotare l’Italia di un’infrastruttura di banda larga moderna. Ma varie divergenze - valutazione degli asset, governance, regolamentazioni - hanno impedito l’intesa.
I maggiori azionisti di TIM, Vivendi (24%) e il fondo d’investimenti Elliott (9,8%) ritengono entrambi che la compagnia dovrebbe mantenere il controllo di qualsiasi venture con Open Fiber.
Open Fiber, governo spinge per intesa
Lo stallo aveva spinto giusto ieri, mercoledì 27 febbraio, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a forzare la mano dicendo che una rete di banda ultra-larga è un asset strategico per il Paese. “Il governo incoraggia discussioni costruttive fra le parti per creare le condizioni di integrare le risorse esistenti”, aveva aggiunto Gualtieri.
Il governo è particolarmente interessato all’accordo perché un unico operatore per l’internet ultra-veloce eviterebbe la duplicazione di investimenti e favorirebbe la modernizzazione di aree carenti da un punto di vista digitale.
Secondo Reuters, che cita fonti a conoscenza dei fatti, il governo italiano vuole essere tenuto in costante aggiornamento dei futuri accordi fra TIM e KKR. Quest’ultimo aiuterà l’ex monopolista a trovare la quadra con Open Fiber, ma rimarrà comunque partner anche in caso questa dovesse fallire.
KKR sarebbe interessato anche ad entrare con una quota del 42-43% in quella parte di rete che va dalle cabine alle case. Bloomberg ha valutato il business intorno ai 7 miliardi di euro.
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