Tim acquistato da Poste, cosa cambia per i clienti?

Ilena D’Errico

30 Marzo 2025 - 22:58

Cosa può cambiare per i clienti ora che Poste Italiane è primo azionista di Tim? Ecco i possibili risvolti.

Tim acquistato da Poste, cosa cambia per i clienti?

Tim è stato acquistato da Poste Italiane, ora primo socio della compagnia. Il gruppo di spedizioni ha infatti concluso l’accordo con la francese Vivendi per rilevare il 15% del capitale ordinario di Tim. Così, Poste sarà titolare del 17,815% dell’intero capitale della società telefonica, nonché del 24,81% delle azioni ordinarie. Non a caso, Poste Italiane ha fatto sapere che non intende più aumentare la propria partecipazione, così da non arrivare alla percentuale del 25% che renderebbe obbligatoria l’offerta di pubblico acquisto (Opa). Così, Tim torna italiana, almeno a prevalenza e si preannunciano notevoli cambiamenti in arrivo proprio per il nostro Paese.

Tim acquistato da Poste Italiane

Complessivamente, Poste Italiane paga un costo di 684 milioni di euro, dalla liquidità di cassa. Anche grazie agli andamenti della Borsa, il gruppo delle spedizioni ha raggiunto un accordo piuttosto vantaggioso, con azioni vendute a 0,2975 euro l’una, uno degli importi più bassi che abbia mai caratterizzato le compravendite azionarie della società di telefonia.

Poste intende perfezionare l’operazione entro giugno 2025, dovendo prima attendere la conferma dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) che deve verificare il rispetto della disciplina sulla concentrazione delle imprese. Tra gli obiettivi di Poste Italiane c’è il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia, mentre si discute della fornitura di servizi per l’accesso di Postepay (interamente gestita da Poste Italiane) all’infrastruttura di rete mobile Tim, atteso dal 1° gennaio 2025. Come reso noto proprio da Poste Italiane, inoltre, sono in corso le valutazioni per nuove partnership industriali nei settori:

  • telefonia, servizi Ict, contenuti media;
  • servizi finanziari, assicurativi, dei pagamenti;
  • energia.

Resta soltanto da definire i risvolti di questa operazione e le modalità di utilizzo rispetto alla garanzia della concorrenza nel mercato, che questo tipo di partnership può mettere in discussione. Si tratta di un tema piuttosto delicato, soprattutto riguardo ai potenziali vantaggi della società di telefonia. Già da diverso tempo, come molti avranno notato, Tim non ha negozi fisici propri sul territorio italiano. La società telefonica ha infatti da tempo preferito esternalizzare i propri punti vendita, per lo più al fine di abbattere i costi.

Grazie agli uffici postali presenti in maniera capillare su tutto il territorio, Tim potrebbe aggirare l’ostacolo dei costi e appoggiarsi agli sportelli, arrivando facilmente in ogni località. Certo, un beneficio per i consumatori, ma soltanto a patto di rispettare i principi a garanzia della concorrenza. Dal punto di vista meramente pratico, questo è il vantaggio principale che la società attende dal gruppo di spedizioni, che invece può ampliare e consolidare la propria presenza nella sfera delle telecomunicazioni e dell’energia. Non che le scelte siano rimesse in maniera discrezionale, vista la particolarità di Poste Italiane. Ecco quanto dichiarato in proposito alle agenzie di stampa da Salvatore Ugliarolo, segretario generale di Uilcom:

Questa operazione ci fa sperare che non sia puramente finanziaria ma che sia un’operazione con una logica industriale seria con due grandi aziende come Poste e Tim. È chiaro che ci aspettiamo da parte del governo che ci dia e che ci fornisca qualche elemento in più rispetto all’operazione visto che Poste ha ancora un azionariato pubblico. Aspettiamo che il Governo ragguagli le parti sociali. Confidiamo che magari nei prossimi giorni e nelle prossime settimane avremo qualche informazione in più rispetto a questa operazione.

Cosa cambia per i clienti?

Ma cosa devono aspettarsi i clienti? Dal punto di vista dei servizi, è atteso senza dubbio un ampliamento che vedrà il coinvolgimento del settore assicurativo e di nuovi servizi finanziari. Nel complesso, i cittadini dovrebbero risultare avvantaggiati da questa scelta strategica che promuove la posizione nazionale. Nel frattempo, sono ancora diversi i temi in fase di discussione, anche relativamente ai servizi: per aumentare la competitività delle aziende italiane serve maggiore impegno nelle telecomunicazioni, sfruttando al meglio le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. Non dovrebbero quindi arrivare cambiamenti nel periodo imminente, tanto meno per quanto riguarda le tariffe.

Non è escluso un successivo aumento dei costi, ma riferiti a nuove e più complete offerte commerciali. Ci si aspetta quindi una qualità più elevata e un complessivo risparmio per gli utenti che si affidano alla stessa azienda per diversi settori. Servizi aggiuntivi preannunciati anche da Poste Italiane, che tuttavia non si sbilancia ancora per il momento. Non è da escludere che in un periodo ancora successivo avvenga il passaggio di PosteMobile a Tim, ragionevolmente con un incremento - seppur lieve - delle tariffe finora applicate dall’operatore low-cost, rinnovato e migliorato nell’offerta.

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