Taglio pensione marzo 2022: ecco chi è a rischio e come difendersi

Simone Micocci

25 Febbraio 2022 - 12:36

Nel cedolino di marzo taglio per molti pensionati: la ragione riguarda l’introduzione dell’assegno unico, con il quale spariscono ANF e detrazioni (ma non per tutti).

Taglio pensione marzo 2022: ecco chi è a rischio e come difendersi

Alcuni pensionati nel mese di marzo riceveranno una brutta sorpresa: un assegno dal quale sono stati tagliati alcuni importi. Complessivamente il cedolino potrebbe anche essere più alto rispetto all’importo dell’ultimo mese in quanto da marzo l’Inps effettua il calcolo della pensione netta tenendo conto delle nuove regole introdotte dalla riforma fiscale, tuttavia basta leggere il cedolino - e confrontarlo con quello del mese scorso - per rendersi conto del taglio effettuato.

Nel dettaglio, saranno interessati dal taglio quei pensionati che fino ad oggi sul cedolino hanno beneficiato delle detrazioni per figli a carico di età inferiore ai 21 anni e degli assegni al nucleo familiare.

Ebbene, questi rischiano di non trovarli più sul cedolino di marzo, in quanto nel frattempo è entrata in vigore la riforma dei bonus famiglia che ha visto l’introduzione dell’assegno unico.

Una riforma che riguarderà da vicino anche i pensionati, vediamo perché.

Pensione di marzo: quando si perdono assegni familiari e detrazioni

A partire dal mese di marzo 2022 vengono cancellati dal cedolino assegni familiari e detrazioni percepite su quei familiari che rientrano nelle categorie sulle quali spetta il nuovo assegno unico.

Fino a oggi, ad esempio, i pensionati hanno potuto godere degli assegni al nucleo familiare non solo su figli e coniuge, ma anche sui nipoti a carico (compreso il caso in cui i genitori siano in vita). Lo stesso vale per le detrazioni, riconosciute per figli, coniuge e per gli altri familiari a carico.

Da marzo 2022 cambia tutto, con la cancellazione degli ANF e delle detrazioni quando riconosciute su quei familiari che hanno diritto all’assegno unico, quali:

  • minorenni. Nel caso dei figli è il genitore a poter presentare domanda, diversamente sarà il tutore;
  • maggiorenni fino a 21 anni, a patto che si trovi in una delle seguenti situazioni: frequenta un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea, svolge un tirocinio o avere un lavoro con reddito complessivo inferiore a 8.000,00€, disoccupato in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego, svolge il servizio civile universale;
  • disabili, a ogni età.

Di conseguenza, per chi rientra in una delle suddette categorie si smette di godere - in automatico, quindi non si può scegliere tra gli uni o gli altri benefici - delle detrazioni per familiare a carico e degli ANF qualora fossero corrisposti. L’unica eccezione è rappresentata dai figli disabili con più di 21 anni: su questi, infatti, si continua a percepire delle detrazioni nonostante spetti l’assegno unico.

Pensione di marzo 2022: come “difendersi” dal taglio

L’unica possibilità per recuperare quanto tagliato dal cedolino è quella di presentare domanda di assegno unico, laddove tuttavia possibile.

Il pensionato, ad esempio, può sempre richiedere l’assegno unico per i figli minorenni, come pure per i maggiorenni sotto i 21 anni nel caso in cui sussistano i suddetti requisiti. Sopra i 21 anni, invece, l’assegno unico spetta solamente a condizione che il figlio sia disabile.

Va detto, comunque, che per i figli over 21 si continua a percepire delle detrazioni, sia se disabili che non. Tuttavia, nel caso in cui il figlio dovesse compiere i 21 anni successivamente a marzo 2022, bisognerà nuovamente fare richiesta all’Inps per la detrazione per figlio a carico direttamente sul cedolino. Diversamente sarà possibile recuperarla in un secondo momento in sede di dichiarazione dei redditi.

Nessun taglio neppure per le detrazioni riconosciute su coniuge e per altri familiari, come anche per gli ANF riconosciuti sul coniuge.

C’è un caso però in cui il pensionato non può “difendersi” dal taglio del cedolino ed è quello di coloro che beneficiavano degli assegni familiari sui nipoti. Come detto sopra, infatti, affinché gli ANF potessero essere richiesti dai nonni per i nipoti era sufficiente che questi fossero a carico dell’ascendente, anche nel caso in cui i genitori fossero in vita.

Con l’introduzione dell’assegno unico, infatti, viene limitato il campo di azione dei nonni, i quali possono godere dello strumento in oggetto solo quando esiste un formale provvedimento di affido o in ipotesi di collocamento o accasamento etero familiare. Diversamente, se i genitori sono in vita sono questi ad avere diritto all’assegno unico per i loro figli, e dunque a doverne fare domanda.

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