La profezia di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo e big di Forza Italia: “Ci sono troppe contraddizioni e visioni politiche differenti”
Il “governo del cambiamento” avrà una durata breve se non brevissima. Parola di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo e da sempre uno degli esponenti di spicco di Forza Italia tanto che spesso si è parlato di lui per il post-Berlusconi.
Secondo il forzista, ci sono troppe differenze di vedute sul piano politico ed economico tra Lega e Movimento 5 Stelle, con il governo carioca che così sarebbe destinato a cadere dopo le elezioni europee di fine maggio, forse anche prima secondo Tajani.
Tajani scommette sulla caduta del governo
Dopo le elezioni del 4 marzo, vista la mancata vittoria del centrodestra si era parlato comunque di un governo presieduto da Matteo Salvini e sostenuto anche da una settantina di “responsabili”, tra Camera e Senato, necessari alla coalizione per avere una maggioranza parlamentare.
Alla fine la Lega invece scelse di stringere l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, forse perché non sicuro di poter trovare una maggioranza, con il “governo del cambiamento” che così lo scorso 1 giugno ha preso il via.
Sei mesi dopo l’esecutivo appare impantanato nella definizione della legge di Bilancio, con tutte le differenze di fondo tra il carroccio e i 5 Stelle che starebbero emergendo in maniera chiara. Esempio lampante sono le polemiche sul decreto Sicurezza o sulla prescrizione.
In questo clima molto particolare, arrivano adesso le parole di Antonio Tajani. Ospite del Consiglio nazionale della Fabi a San Donato Milanese, il presidente del Parlamento Europeo e di Forza Italia ha espresso tutti i suoi dubbi sulla tenuta del governo.
“Non so se cadrà prima, certamente cadrà dopo le elezioni europee di fine maggio - ha commentato Tajani - Sono troppe le contraddizioni, troppe le volte in cui si risolve il problema con il voto di fiducia. Ci sono visioni economiche e politiche completamente diverse”.
In merito alla legge di Bilancio, secondo il big azzurro poi “questa manovra è già fallita, c’è aria di resa senza condizioni alle richieste di Juncker e di Moscovici, così non va bene”. Servirebbero quindi “aiuti alle imprese a creare occupazione, che si realizzino le grandi infrastrutture per il Paese e che si chieda e ottenga da Bruxelles la flessibilità”.
In sostanza Tajani boccia la manovra gialloverde, prevedendo anche una fine prematura del governo Conte: quando dopo le elezioni europee sarà certificato il boom della Lega e una coalizione ben oltre il 40%, il centrodestra potrebbe dare vita a un ribaltone.
Prima però si dovranno trovare in Parlamento i famosi “responsabili”. Spaventati dalla regola dei due mandati, voci parlano di una lunga fila di peones dei 5 Stelle pronti a cambiare casacca per allungare così la loro carriera politica.
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