Il talco per bambini Johnson & Johnson contiene sostanze cancerogene, secondo le accuse dei consumatori. Johnson & Johnson nega, ma interrompe la vendita del prodotto negli Stati Uniti e in Canada.
Il talco per bambini della Johnson & Johnson non sarà più venduto negli USA e in Canada dopo le tante accuse sul rischio cancerogeno legato al prodotto.
Negli ultimi anni l’azienda è stata coinvolta in moltissime cause da parte dei consumatori che affermano di essersi ammalati di cancro a causa dell’utilizzo del suo borotalco.
Diversi i fattori che hanno portato la società a cambiare strategia di mercato, tra questi anche una rimodulazione delle vendite a causa dell’emergenza coronavirus.
Talco cancerogeno, Johnson & Johnson stoppa la vendita
16mila le cause intavolate dai consumatori che hanno legato alla comparsa di tumori all’utilizzo del talco Johnson & Johnson. Una vicenda che va avanti da tempo ma a cui l’azienda ha intenzione di mettere fine, dopo esser stata obbligata a pagare risarcimenti nell’ordine di miliardi di dollari. La società ha sempre difeso il proprio talco, che secondo i risultati delle analisi condotte dalla Food and Drug Administration americana avrebbe contenuto asbesto (o amianto), noto cancerogeno.
Proprio a ottobre scorso erano stati pubblicati gli esiti di test portati avanti in maniera individuale che non mostravano alcuna traccia della sostanza. Johnson & Johnson in queste ore ha fatto sapere che interromperà la vendita dei prodotti gradualmente nei prossimi mesi, che contribuiscono per lo 0,5% ai suoi introiti negli Stati Uniti, dando priorità ad altri articoli. I negozianti comunque potranno continuare a vendere le scorte rimaste.
I motivi del ritiro
Il calo nel consumo di talco nel Nord America secondo Johnson & Johnson è soprattutto dovuto a un cambiamento radicale nelle abitudini delle persone. Cambiamento cui avrebbe contribuito una forte campagna di disinformazione sulla sicurezza del prodotto. In tanti si sono rivolti ai propri legali per fare causa all’azienda, che ha fatto anche ricorso contro una sentenza giudiziaria nella quale viene chiesto un risarcimento di 4,7 miliardi di dollari per 22 donne che si sono ammalate di cancro dell’ovaio.
Dietro la strategia però ci sarebbe anche una rimodulazione della linea di prodotti conseguente alla pandemia di coronavirus. Nonostante tutto, la società americana rimane ferma sulla propria posizione:
“Siamo convinti della sicurezza del nostro talco. Anni e anni di studi condotti da esperti sanitari in giro per il mondo sostengono la nostra causa”.
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