Con un clamoroso cambio di rotta, Conte annuncia che il Tav si farà: “Questa è la posizione del governo”
“Ho un importante aggiornamento da darvi”. Così esordisce il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una diretta Facebook dedicata al Tav, con una giravolta che ha del clamoroso. Solo qualche mese fa, alla luce dell’analisi costi-benefici, il governo 5 Stelle-Lega, nonostante la forte propensione di quest’ultima, aveva deciso che la Torino-Lione “non s’aveva da fare”. La questione era stata al centro di un duro scontro interno alla maggioranza di governo che aveva dominato il dibattito pubblico.
Mesi fa il Movimento fondato da Beppe Grillo, da sempre fortemente contrario, esultava. Oggi è nel caos: Conte ha dato il suo sì al Tav, perché “non farla costerebbe più che realizzarla”. A cosa si deve questo repentino, totale cambio di rotta?
Conte annuncia: “Tav si farà”
È un 2 a 0 senz’appello quello segnato in queste ore da Matteo Salvini, che dopo la fiducia sul Decreto sicurezza bis ha incassato anche il sì del governo al Tav. La posizione espressa dal presidente del Consiglio, chiarisce Conte, è quella del governo, quindi anche di Di Maio e degli altri ministri pentastellati. Invece di mettere in difficoltà la Lega sui presunti fondi russi o sul caso Siri, il capo politico del Movimento ha scelto di non provocare l’alleato e, anzi, accontentarlo su un paio di provvedimenti importanti per il Carroccio come immigrazione e grandi opere al Nord.
“Consapevole di rappresentare due forze politiche che su questo punto esprimono una visione diametralmente opposta”, nel suo discorso Conte ribadisce che “in gioco ci sono tanti soldi dei cittadini e vanno gestiti con la massima attenzione, come farebbe un padre di famiglia che deve far quadrare i conti e deve porsi il problema di impiegare al meglio le risorse”. Anche a costo di scontentare una parte dell’elettorato 5 Stelle, che ha costruito consenso in Piemonte anche sull’onda della protesta no-Tav.
Tav, il governo cambia idea
Così argomenta Conte: “La decisione di non realizzare l’opera comporterebbe non soltanto la perdita dei finanziamenti europei, ma ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia”. Più o meno è la stessa tesi da sempre sostenuta dai pro-Tav, Partito Democratico in testa.
Ma rispetto a quel 7 marzo in cui il premier disse che il Tav non serviva all’Italia, sono cambiate alcune condizioni, come il maggior intervento finanziario dell’Europa che aumenterebbe i fondi “per la tratta transfrontaliera dal 40 al 55%”. Per la parte italiana il nostro Paese beneficerebbe del 50%. Conte spiega infine che solo il Parlamento potrebbe, a questo punto, bloccare il progetto.
Tav, maldipancia 5 Stelle
La componente parlamentare del Movimento 5 Stelle non l’ha presa bene. Con una nota congiunta, i capigruppo di Camera e Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli scrivono: “In merito al Tav, la posizione del MoVimento 5 Stelle non cambia. Il nostro No a un’opera che rischierebbe di nascere già vecchia è deciso”, e in più chiedono a Conte di proporre effettivamente la questione al Parlamento. Ancora più dura la reazione di Francesca Frediani, capogruppo pentastellata in Regione Piemonte: “Il #tuttiacasa stavolta sarebbe per voi”.
Gioisce invece Matteo Salvini, che in più lamenta il tempo perduto e incita il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli affinché sblocchi “gli altri cantieri fermi”.
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