Telecom Italia prepara delisting da NYSE

Francesca Caiazzo

17 Giugno 2019 - 10:21

Ecco perché Telecom Italia vuole dire addio al NYSE: il delisting annunciato nelle scorse ore.

Telecom Italia prepara delisting da NYSE

Semplificare e risparmiare: risponde a questi due imperativi il delisting dal NYSE di Telecom Italia annunciato nelle scorse ore.

In particolare, l’operatore delle telecomunicazioni ha fatto sapere di star provvedendo a eseguire tutte le attività necessarie per completare l’operazione, che ovviamente non avrà conseguenze sulla quotazione del titolo TIM su Borsa Italiana.

Intanto, al momento della scrittura le azioni della società viaggiano poco sopra la parità, scambiando a 0,4618 in rialzo dello 0,81%.

Il delisting di Telecom Italia dal NYSE

Nel dettaglio, Telecom Italia ha annunciato di essere intenzionata a cancellare la quotazione presso il New York Stock Exchange delle proprie American Depositary Shares ordinarie e di risparmio, rappresentate da American Depositary Receipts.

TIM seguirà dunque le dovute procedure, comunicando al NYSE l’intenzione di avviare il delisting e poi depositando il corrispondente Form 25 alla U.S. Securities and Exchange Commission.

L’efficacia dell’addio alla quotazione si avrà dopo 10 giorni, momento in cui cesseranno le negoziazioni.

Non è tutto. Telecom Italia ha annunciato che dopo il delisting, chiederà alla SEC la deregistration di tutte le classi di suoi strumenti finanziari a oggi registrati. La richiesta riguarderà anche le obbligazioni registrate negli Stati Uniti emesse dalla controllata totalitaria TI capital S.A. e garantite da TIM.

Per l’efficacia della deregistration occorrerà attendere 90 giorni, a seguito dei quali la società punta alla cessazione degli obblighi informativi ai sensi del U.S. Securities Exchange Act del 1934.

I motivi dell’addio

A spiegare i motivi che hanno portato Telecom Italia a procedere verso il delisting dal NYSE è la stessa azienda che in un comunicato stampa spiega che la decisione

“è funzionale a obiettivi di semplificazione e risparmio di costi, fermi restando gli elevati standard di corporate governance, un solido sistema di controllo interno e un’infomativa economico-finanziaria trasparente (inclusa la pubblicazione sul sito di Telecom Italia della traduzione in inglese di bilanci, comunicati stampa e altro materiale informativo regolato)”.

Come detto, l’operazione avviata negli USA non avrà effetti sulla quotazione a Piazza Affari dove “TIM rimarrà soggetta alla disciplina di Borsa Italiana e a tutta la normativa applicabile alle società quotate in Italia”.

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