Tenere i risparmi in due o più banche differenti conviene?

Chiara Esposito

05/09/2021

Avere due conti separati è utile? Ecco come valutare se si tratta di una buona abitudine o di una pratica con delle controindicazioni.

Tenere i risparmi in due o più banche differenti conviene?

Avere più di un conto corrente è una mossa intelligente o i rischi superano i benefici? Difficile stabilirlo se non si conoscono nel dettaglio alcuni aspetti tecnici di questo settore.

La gestione dei risparmi è ostica e il mondo delle carte di credito, delle banche e della gestione delle nostre spese non è un mare navigabile a vista.

Quando si muovono i primi passi nel mondo della finanza personale infatti non sempre si hanno le idee chiare rispetto alle vastità delle opzioni che si prospettano nel cammino. Ogni decisione comporta sia vantaggi che svantaggi, sta a noi valutarli secondo coscienza.

Avere gli strumenti pratici per confrontare criticamente le offerte del mercato però è indispensabile: prendiamo in esame questo caso specifico.

Avere due conti correnti: si può?

Anche nel caso di un privato cittadino non ci sono limitazioni di sorta agli impegni bancari che il soggetto decide di assumersi. É assolutamente legale possedere più conti correnti, anche presso la stessa banca.

Non c’è neppure un numero massimo a cui far riferimento, è piuttosto una questione pratica. È una scelta che può rivelarsi conveniente? E se sì, a quali condizioni?

Le risposte variano sia in base alle dinamiche economiche del singolo che al suo stile di vita, senza contare la sua attitudine a spendere o meno i propri averi.

Avere due conti correnti: quando è utile

Gli esperti consigliano di avere due conti correnti qualora si voglia monitorare la qualità delle proprie spese e risparmiare in maniera agevolata.

Non potendo visualizzare praticamente una parte dei propri risparmi poiché versata su un conto differente da quello utilizzato, nella norma si è meno tentati ad attingervi.

Per aumentare le proprie abilità di risparmio, inoltre, quel conto potrà essere connesso a dei sistemi automatici che salvano una quota specifica di denaro al conseguimento di obiettivi stabiliti dal soggetto stesso.

Un altro punto a favore di questa pratica è sicuramente la possibilità di attingere a di un secondo conto in casi di stringente emergenza. Questi ovviamente devono essere opportunamente classificati poiché con emergenze si intendono casi di disoccupazione, incombenze mediche oppure riparazioni essenziali e improvvise per la propria auto o la propria casa.

Il secondo conto infine può essere utilizzato per la gestione dei titoli nonché per accantonare le tasse e le spese fisse.

Avere due conti correnti: quando non conviene

A queste prospettive vantaggiose si contrappongono alcuni punti dolenti che potremmo riassumere brevemente suddividendo le casistiche di natura finanziaria da quelle legate all’impiego che si ricopre o è stato ricoperto in passato.

In quest’ultimo caso si parla di chi riceve una pensione superiore a mille euro o del dipendente con un contratto di lavoro subordinato.

Quelle appena segnalate sono quindi le uniche due opzioni di scarsa redditività della scelta di aprire un secondo conto. Non ci sono i presupposti materiali.

Passando quindi al lato economico in senso stretto ci imbattiamo infatti in un elemento dolente che si manifesta sotto tre fronti principalmente:

  • il costo di un conto corrente
  • il saldo del conto corrente
  • la natura del conto stesso

Il primo punto della lista è il più intuitivo: infatti, la tenuta di un conto corrente porta con sé un costo direttamente connesso alle imposte nel caso di conti con una giacenza superiore a 5mila euro. Nel dettaglio ricordiamo che l’imposta di bollo è di 34,20 euro per le persone fisiche e 100,00 euro per i soggetti che differiscono dalle persone fisiche. In aggiunta vanno considerati i costi delle commissioni bancarie indicati in ogni diversa tipologia di contratto.

Caso diverso è quello dei piccoli risparmiatori con quelli che vengono definiti “conti zero spese”. In quel caso il numero di operazioni è limitato ma si va a risparmiare. Analogamente si comportano i conti online che alleggeriscono le operazioni e comportano quindi uno sconto per il cliente.

La questione del saldo comporta invece il necessario monitoraggio per evitare di finire in rosso. Occhio ai conti quindi per evitare l’insorgere di qualsiasi tipo di sanzione amministrativa.

L’ultimo punto riguarda la natura del conto corrente che differisce da un investimento poiché non frutta alcun rendimento non essendo più riconosciuti gli interessi attivi. Il rischio è quello dell’inflazione con la svalutazione del denaro se questo non viene speso nel medio periodo.

Gli esperti insomma sono imparziali, fotografano la situazione con pro e contro, a valutare la bontà di una scelta economica puoi essere soltanto tu.

Iscriviti a Money.it