Azioni Tesla sono un «big short»?

Pierandrea Ferrari

12/01/2021

Nonostante un rialzo del 721,4% negli ultimi dodici mesi, alcuni short seller continuano a scommettere contro il titolo Tesla: tra questi Michael Burry, l’uomo dietro allo “Big Short” del 2007-2008 contro il mercato immobiliare statunitense.

Azioni Tesla sono un «big short»?

Nonostante un rialzo del 721,4% negli ultimi dodici mesi, e il conseguente esordio sull’indice S&P500 - il circolo esclusivo di Standard&Poor’s riservato alle prime cinquecento aziende per capitalizzazione di mercato - alcuni short seller continuano a puntare contro le azioni Tesla.

Un azzardo, a ben vedere, poiché la creatura di Elon Musk - aldilà della flessione del 7,8% registrata nella prima sessione della settimana - ha sin qui evidenziato uno stato di salute straripante, che nel 2020 è costata ai venditori allo scoperto «la più grande perdita di mercato su base annua», come sottolineato recentemente dall’analista Ihor Dusaniwsky.

Eppure, alcuni short seller (seppur in via di estinzione) continuino ancora ad aggirarsi sui mercati. Tra di loro Michael Burry, l’investitore che ha legato il suo nome alla crisi finanziaria del 2007-2008, sempre ancorato – come ribadito recentemente con un tweet – alla sua posizione short.

Chi sono gli short seller che continuano a puntare contro Tesla?

L’intuizione l’aveva avuta già nel 2005, poi ampiamente raccontata dal blockbuster “The Big Short”: puntare sui credit default swap per scommettere contro il mercato immobiliare statunitense, indebolito da quell’eccesso di mutui subprime ad alto rischio che avrebbe portato, nella stagione 2007-2008, ad una delle più gravi crisi finanziarie della storia.

Una grande scommessa, parafrasando la versione italiana del film, che Michael Burry ha saputo vincere nonostante la generale diffidenza dei principali istituti bancari statunitensi e la fiducia (al tempo incrollabile) degli investitori sul mercato immobiliare a stelle strisce.

Ora, a oltre dieci anni di distanza, le nuove manovre eccentriche di Michael Burry attirano l’interesse dei mercati: nel mirino Tesla, sul quale lo stesso investitore ha ammesso di scommettere contro “a livelli ridicoli” sin dall’inizio di dicembre, unendosi a quella schiera di short seller – sempre più sottile - che mira a gonfiarsi le tasche con i passi falsi del titolo green.

Al momento, tuttavia, nulla lascia presagire che Michael Burry riesca a sbancare il jackpot come quattordici anni fa: al contrario, Tesla ha registrato un altro balzo in avanti (+34,7%) nell’ultimo mese e, nonostante il temporaneo appannamento di inizio settimana, il rally sembra destinato a durare.

Un trend che non pare però scalfire la fiducia dell’investitore, né degli altri short seller, su una definitiva battuta d’arresto della creatura di Musk: in un recente scambio di battute su Twitter, Burry ha infatti consigliato ai “bull” di godersi il rally “finché dura”.

Tesla in ripresa dopo aver perso il 7,8%

Intanto, Tesla ha ripreso la sua corsa dopo il passo falso di ieri, lunedì 11 gennaio: il titolo - in territorio negativo del 7,8% nella prima sessione settimanale - aveva costretto Elon Musk ad assistere al controsorpasso di Jeff Bezos nella classifica dei paperoni, ma oggi i mercati sono tornati a piazzare le loro scommesse sull’azienda statunitense.

Al momento della scrittura, le azioni Tesla vengono scambiate a 859 dollari, in netto rialzo rispetto al picco negativo raggiunto ieri (811 dollari). Lo scatto in avanti, inoltre, vede il titolo di Musk ritrovare una capitalizzazione di mercato da 817,3 miliardi, dopo averne bruciati quasi 14 nell’ultimo lunedì nero.

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